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Atletica, Antonio La Torre: “Non sono il rifondatore di questo movimento. Bisogna lasciarsi alle spalle gli Europei 2018 e pianificare i programmi”

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Giorno di presentazioni a Roma nella sede federale relativamente alla nuova struttura tecnica dell’atletica italiana che, dopo l’ennesimo disastro, riparte da Antonio La Torre, nominato nuovo direttore tecnico. “Ho accettato per spirito di servizio. Fosse dipeso da me avrei affidato l’incarico a Stefano Baldini fino al 2024...So bene che tra i Mondiali di Doha del 2019 e le Olimpiadi di Tokyo 2020 sarà difficile modificare la situazione. Non sarò il rifondatore dell’atletica italiana. Nessuno potrebbe in 20 mesi“, ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport.

La Torre pianifica il suo programma: “Prima di tutto bisogna lasciarsi alle spalle gli Europei di Berlino: basta polemiche e recriminazioni. Cominciamo a pensare a Doha. Intanto, partendo dal presupposto che di Vittori non ce ne sono, abbiamo definito i capi aerea. Sono contento che la mia proposta di Tozzi agli ostacoli sia stata accettata: è competente e sa tenere insieme persone con caratteristiche diverse. C’è molta sintonia tra noi. I lanci a Mazzaufo? Perché, senza offendere nessuno, parlare ora di un settore lanci è perdere tempo. Oggi abbiamo Fabbri e Osakue, tra un paio d’anni, facendo crescere come Vizzioni, riparliamone“.

E sul progetto endurance il nuovo direttore tecnico ha le idee chiare: “Sulla marcia ho in testa un piano. Ho fatto il possibile per avere in squadra un centravanti come Baldini, per lui avevo pensato al mezzofondo. Sono peraltro convinto che con atleti come Crippa, Chiappinelli, Zoghiami, Abdeiwahed, Lorenzo, Dini, Meucci, Rachik, Faniel, la Dossena e la Epis nel mezzofondo prolungato e in maratona si possa far bene“.

Arrivano conferme che il gruppo elite sarà composto da otto/dieci atleti: “Saranno scelte meritocratiche, rivolte a chi può puntare a una finale olimpica o avvicinare il podio. E i nomi di massima sono presto fatti: Tortu, Desalu, Tamberti, Stano e, tra le donne, Dossena, Vallortigara, Trost e Palmisano. Nuovo allenatore di Desalu? Mi piacerebbe fosse Di Mulo, dividendosi tra Formia e Catania. Si va in quella direzione“, ha precisato La Torre

Relativamente al nuovo ruolo di Locatelli, la rivelazione è la seguente: “Sarà un preziosissimo supporto di alto livello. Le sue conoscenze, anche internazionali, saranno fondamentali“. Altro tema spinoso riguarda il decentramento e La Torre non si sottrae: “Il presidente Giomi lo difende e accettarlo è una necessità. O si lavora insieme o non si ottengono risultati. Sogno che Formia e Tirrenia diventino come l’Insep francese, la Loughborough inglese o la Canberra australiiana”.

Infine un nome su cui scommettere il direttore tecnico lo ha in mente: “Isabel Mattuzzi nei 3000 siepi: quel che ha fatto agli Europei è stato molto indicativo. Si è appena laureata, ha risolto alcuni problemi personali. La vedo in finale ai Giochi di Tokyo col record italiano“.

 

 





 

 

giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: Fidal

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