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Basket
Basket, l’ombra della procura antidoping su Scafati (A2): richieste squalifiche sulla base di un post su Facebook di coach Calvani
Una vicenda abbastanza inconsueta sta movimentando in negativo l’inizio di stagione della Givova Scafati, inserita nel girone Ovest di Serie A2. Un post su Facebook del suo coach, Marco Calvani, rischia di generare una serie di pesanti conseguenze, almeno secondo le volontà della procura nazionale antidoping.
Nella foto postata su Facebook da Calvani nello scorso settembre sono ritratti due giocatori di Scafati, Gabriele Romeo (a destra) e Giorgio Sgobba (a sinistra), mentre si sottopongono a una flebo. I due giocatori, al tempo, stavano recuperando da un’influenza intestinale, ed effettivamente tutto fa pensare che le flebo in questione contenessero reidratanti non atti a immettere nel corpo prodotti illegali.
https://www.facebook.com/marcal63/posts/10217578474884829
La sola pubblicazione di tale foto ha portato la Nado Italia a chiedere quattro anni di squalifica per il medico Andrea Inserra, un anno per Romeo e Sgobba e sei mesi per Calvani.
L’attuale coach scafatese, finalista scudetto con la Virtus Roma nel 2013, viene da una stagione vissuta sull’ottovolante a Reggio Calabria: la squadra ha disputato un girone di ritorno da primato, ma una complessa storia di fidejussioni mai giunte alla Lega Nazionale Pallacanestro (che gestisce A2 e B) l’ha portata a una penalizzazione pesantissima che ne ha di fatto decretato la retrocessione, dopo la quale (ma questa è un’altra storia) i guai non sono ancora finiti per la Viola.
Gabriele Romeo (classe 1997), cresciuto nelle giovanili di Roma quando erano condivise tra Virtus ed Eurobasket (le strade si sono poi separate ed oggi entrambe sono in A2), ha giocato due stagioni ad Agropoli, approdando a Scafati nel 2017. Quest’anno sta viaggiando a 7,75 punti di media dopo quattro partite. Giorgio Sgobba (classe 1992), invece, sta giocando pochi minuti dopo aver disputato una stagione piuttosto importante a Biella.
Scafati, partita con due vittorie ed altrettante sconfitte in questa stagione, chiarirà la propria posizione in una conferenza stampa indetta per lunedì alle ore 16 presso il proprio impianto di gioco, il PalaMangano; in mezzo ci sarà la trasferta a Ferentino odierna, in cui alle ore 19 la formazione campana affronterà l’Eurobasket Roma, con cui condivide il punteggio in classifica.
Una casistica come quella che vede coinvolti i quattro uomini qui citati è costata molto cara anche a un nome famoso del nuoto, Ryan Lochte: il sei volte campione olimpico, nel 2013, è stato squalificato per 14 mesi per un errore praticamente identico, dal momento che una sua foto durante un trattamento per endovena era stata pubblicata su internet. Di errore sembrerebbe trattarsi anche in questo caso, dal momento che Calvani è conosciuto non solo per la disciplina che richiede ai suoi giocatori, ma anche per la sua avversione ad aiuti extracorporei oltre il lecito, guadagnandosi il rispetto di qualunque posto in cui sia giunto ad allenare.
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federico.rossini@oasport.it
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Credit: Ciamillo
ghost
27 Ottobre 2018 at 15:36
con il dovuto rispetto, paragonare questa vicenda a quella di Lochte è come mettere a confronto la cioccolata con “quel che si può immaginare”.
qui si vede una foto qualsiasi senza alcuna prova che si stia commettendo alcun illecito (e siete voi i primi a riportare anche lo stato alterato e bisognoso di trattamento dei 2 giocatori ripresi nella foto), là (e mi riferisco a Lochte) si vedeva chiaramente l’auto-emotrasfusione illevita e vietatissima (che veniva pure confermata dalle parole postate dal nuotatore Statunitense). quindi in quel caso i 14 mesi sono un’ingiustizia non perchè “troppi”, bensì perchè Lochte avrebbe dovuto avere almeno 2 anni (di fatto quella foto per di più getta l’ombra dell’illecito su tutti i suoi risultati dell’intera carriera).
ma da buon anglofono, a lui tutto è permesso ed ecco arrivare solo i 14 mesi farsa (visto che li sconta in periodo senza manifestazioni in cui avrebbe in ogni caso inseguito la partecipazione). fosse stato un Russo al suo posto, probabilmente ne sarebbe stata chiesta l’esecuzione in modovisione e a reti unificate.
sulle richieste folli di nado Italia, poi, meglio stendere un velo pietoso.
del resto sono gli stessi complici del complotto contro Schwazer, della squalifica di una tranquilla dottoressa di 55 anni da tempo in cura per la pressione alta proprio per i suoi abituali e ben noti farmaci, della richiesta di 8 anni di squalifica per un atleta ritirato come Magnini dopo che lo stesso è stato assolto con formula piena (per non aver commesso il fatto) dalle stesse accuse giudicate addirittura in sede penale (quindi da un’istituzione leggermente più qualificata e rispettabile).
perdonate l’evidente irritazione, ma quando leggo di nado Italia mi sale un’orticaria irrefrenabile e un sommo disgusto per i soldi pubblici che tale “banda” ci costa.
se mai un giorno dovessero davvero fare una seria riforma per l’abolizione degli inumerevoli enti inutili del nostro Paese, nado Italia dovrebbe essere la prima in lista (chè sono pure dannosi, oltre che inutili).