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Calcio: Italia, la luce in fondo al tunnel? Si sceglie la via della qualità ma un centravanti serve

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Finalmente! Lo Stadion Śląski di Chorzów (Polonia) era quello dell’ultima chance per la Nazionale italiana di calcio allenata da Roberto Mancini impegnata nella Lega A della Nations League 2019. Perdere contro la Polonia avrebbe significato retrocedere in B e dopo le tante amarezze di questo ultimo periodo sarebbe stato un colpo mortale. Con le spalle al muro, la nostra compagine ha tirato fuori le unghie, sciorinando una prestazione convincente che ha fatto sorridere tutti, anche i più scettici che vedendo Cristiano Biraghi titolare si dilettavano in battute sarcastiche.

Ironia della sorte, è proprio il caso di dirlo, è stato lui ad interrompere il digiuno di vittorie in match ufficiali ad un anno di distanza. La sua rete, sugli sviluppi di un calcio d’angolo e frutto della sponda di Kevin Lasagna, è valsa la vittoria in trasferta, a suggello di una prova azzurra da incorniciare. Sì perché erano anni che non si vedeva una selezione del Bel Paese giocare così bene. Forse bisogna andare indietro nel tempo a due stagioni fa, nell’ottavo di finale contro la Spagna, per fare un confronto. Tuttavia, ogni partita fa storia a sé ed è giusto analizzare in modo specifico. Mancini ha dato, dunque, seguito al progetto “qualità”: mediana leggera ma tecnica composta da Jorginho, Barella e Verratti e davanti Chiesa, Insigne e Bernardeschi.

Il risultato è stato una squadra capace di produrre occasioni in quantità industriale, in un contesto nel quale l’ex regista del Napoli e il calciatore del PSG si sono integrati perfettamente, scambiandosi il ruolo di metronomo della formazione. Nello stesso tempo la mezzala del Cagliari ha messo in mostra doti caratteriali importanti unite ad ottimi fondamentali. In buona sostanza il team del Mancio ha creato tanto e messo alle corde in diverse circostanze la Polonia.

C’è pero un aspetto negativo e non trascurabile: la scarsa vena negli ultimi 20 metri. Non si può produrre tanto e raccogliere così poco. La scelta del falso nueve rende l’azione dell’Italia più imprevedibile ma serve concretezza in mezzo all’area. Pertanto il rebus prima punta è il vero punto dolente di una formazione che a centrocampo pare invece aver trovato una sua fisionomia. E allora i nomi di Ciro Immobile, Andrea Belotti e di Patrick Cutrone sono quelli che vengono in mente. Il CT dovrà rifletterci perché per realizzare una macchina perfetta, che possa prescindere dalla presenza di campioni assoluti, ogni ingranaggio deve girare in modo corretto. La magagna del centravanti è l’ultimo tassello del puzzle e nella sfida del 17 novembre contro il Portogallo a Milano, decisiva per provare a qualificarsi alla Final Four, oltre che belli, servirà essere pragmatici.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: Marco Iacobucci EPP / Shutterstock.com

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