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Ciclismo, il 2018 da incubo di Fabio Aru. Un campione che andrà recuperato in primis nella testa

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Il 2018 è stato un anno da incubo dal punto di vista sportivo per Fabio Aru. Il 28enne sardo di fatto ha fallito tutti gli obiettivi stagionali, chiudendo senza nemmeno una vittoria. Oltre a ciò tra ritiri, problemi fisici e propositi non rispettati, Aru è stato protagonista più fuori che dentro la corsa, subendo molto anche a livello psicologico. Andiamo quindi a ripercorrere l’annus horribilis del corridore della UAE-Team Emirates per poi cercare di capire cosa servirà per tornare competitivo nella prossima stagione.

Alla Tirreno-Adriatico Aru aveva dato dei segnali positivi, pur non trovando il grande acuto. Nella corsa successiva, il Giro di Catalogna, sono arrivati però subito i primi problemi, con una caduta nella prima tappa che ha costretto poi il sardo al ritiro al termine della quinta, per un problema alla gamba. La ripartenza al Tour of the Alps, con un sesto posto nella generale, aveva mostrato una condizione non al top, ma comunque in crescita. Il Giro d’Italia è stato invece una delle peggiori corse della carriera del sardo. Infatti non è riuscito mai a lottare con i migliori, con una condizione fisica insufficiente per poter ambire al podio. Nella terza settimana, quando tutti si aspettavano la reazione, è arrivato invece il colpo del definitivo k.o., con il calvario a Prato Nevoso e poi il ritiro il giorno successivo nel tappone di Bardonecchia.

A quel punto Aru ha deciso di fermarsi e insieme al suo staff andare a fondo per trovare le motivazioni di quella debacle. Nei vari accertamenti clinici effettuati erano emerse delle intolleranze alimentari, che avevano peggiorato ulteriormente il suo rendimento in corsa. Il nuovo obiettivo stagionale diventava così la Vuelta a España. Anche qui le due corse di preparazione, Giro di Vallonia e Polonia, avevano dato buoni riscontri, ma poi nella corsa spagnola il copione è stato lo stesso del Giro, con Aru che non è mai stato in grado di tenere il ritmo dei migliori in salita. Nella 17ma tappa è arrivata poi una brutta caduta, con un successivo attacco febbrile che lo ha costretto così a dire addio ad ogni ambizione. Infine è arrivata la rinuncia alla convocazione per i Mondiali di Innsbruck, con il sardo che ha ammesso umilmente di non poter onorare al meglio la maglia azzurra.

Il ciclismo italiano ha bisogno di ritrovare nella prossima stagione un campione come Fabio Aru, che andrà recuperato soprattutto a livello mentale. Infatti il lavoro principale che lo staff della UAE-Team Emirates farà in questi mesi sarà quello di aiutare il sardo a mettersi alle spalle tutti i problemi e le disavventure di quest’anno e fargli ricordare il suo vero potenziale. Nel 2019 Aru potrebbe quindi correre di più nella prima parte, per cercare una vittoria anche in corse minori, che sarebbe fondamentale per poi poter tornare gradualmente competitivo anche ad alti livelli e far sognare nuovamente tutti i tifosi italiani.

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alessandro.farina@oasport.it

Twitter: @Alefarina18

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Foto: Valerio Origo

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