Ciclismo
Ciclismo, se i giovani italiani non riescono ad emergere tra i protagonisti. Fabbro, Ciccone, Ravasi e tanti altri. Che fatica il World Tour…
Da sempre il passaggio da under 23 a professionisti ha rappresentato nel ciclismo su strada uno scoglio durissimo da scavalcare. Solo i veri e propri fenomeni sono riusciti a non sentire il distacco, per altri c’è stato bisogno di qualche stagione di ambientamento tra i grandi per poter iniziare ad emergere. L’esempio più lampante può essere quello di Matej Mohoric: lo sloveno, ora alla Bahrain-Merida, dopo aver dominato nelle categorie giovanili con titolo iridato conquistato sia tra gli juniores che tra gli under 23, nelle prime due annate da professionista ha subito tantissimo il passaggio. Ora però la crescita è arrivata e a mano a mano sta diventando uno dei più forti corridori al mondo.
Il discorso può essere fatto anche per i corridori italiani, che stanno facendo davvero tantissima fatica a trovare spazio in un ciclismo che va sempre più ad alta velocità e non si ferma ad attendere nessuno (da sottolineare che nel Bel Paese prosegue ancora la tradizione delle squadre dilettantistiche, che non aiutano a testare i giovani pronti al salto di categoria). Tanti i nomi degli azzurri che, passati professionisti con ottime speranze nelle ultime stagioni, stanno davvero facendo fatica a farsi notare nel massimo circuito.
Matteo Fabbro ed Edward Ravasi, due degli scalatori più brillanti del panorama tricolore, stanno accumulando esperienza nelle squadre World Tour (rispettivamente Katusha-Alpecin e UAE Emirates), correndo praticamente in ogni corsa da gregari. Davvero difficile per entrambi riuscire a scalare le gerarchie e timbrare risultati di rilievo. Chi sta provando ad entrare con forza nel massimo circuito del ciclismo internazionale è Giulio Ciccone: dopo qualche annata alla Bardiani-CSF si è conquistato un contratto con la Trek-Segafredo, dove avrà opportunità di farsi vedere al meglio, magari nuovamente al Giro d’Italia, dove ha già vinto una tappa. Percorso inverso invece, da World Tour a Continental, per Mattia Cattaneo, che si era fatto notare nella categoria inferiore: dopo l’esordio alla Lampre il passaggio all’Androni-Sidermec.
gianluca.bruno@oasport.it
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Foto: Valerio Origo