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F1, analisi prove libere GP Giappone 2018: Mercedes e Hamilton di un altro pianeta, Ferrari costretta a rincorrere, Red Bull più vicina

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Nel 1984 gli Alphaville hanno pubblicato la meravigliosa canzone dal titolo “Big in Japan”, esattamente un anno prima che Lewis Hamilton nascesse. Oggi il pilota inglese è stato davvero “Big in Japan” dominando in lungo ed in largo le prove libere del Gran Premio del Giappone 2018 di Formula Uno. Sia sul giro secco, sia sul passo gara, il leader della classifica iridata ha dato una sensazione di strapotere che si è vista raramente nel corso di questo campionato, staccando tutti con distacchi notevoli..

La Mercedes vola e anche il suo più illustre proprietario. L’inglese è sceso fino all’1:28.217, lasciando il suo compagno di scuderia a ben 461 millesimi. La monoposto di Brackley, dopo un periodo di appannamento, sembra tornata quella dominatrice degli anni scorsi. Impeccabile da guidare, soprattutto nel primo settore ricco di curve mozzafiato, nel quale Hamilton rifila a tutti oltre 4 decimi, potente come nessun’altra e perfetta con le gomme. Questo ultimo aspetto lo si è potuto apprezzare nella simulazione di passo gara, con il quattro volte campione del mondo che, con gomma Soft, ha martellato sull’1:33 medio con una facilità disarmante. Al momento non sembrano esserci rivali per Hamilton e per la Mercedes né in ottica qualifiche né in ottica gara, con un binomio che, per lo stato di grazia attuale, rischia di chiudere il campionato con un filotto di vittorie consecutive.

La Ferrari, dal canto suo, incrocia le dita. Oggettivamente non le è rimasto molto altro e, pensando alla situazione di qualche settimana fa, è davvero preoccupante. I rivali scappano, volano, sembrano di nuovo imbattibili, mentre la SF71H arranca. Sebastian Vettel si ferma a 833 millesimi dal suo rivale, mentre Kimi Raikkonen, che assomiglia ad un pilota che ha già staccato la spina come a Sochi, è addirittura a 1.2 secondi. La Rossa non appare a suo agio con la gomma marchiata del suo colore, la Supersoft, sia sul giro veloce sia sul passo gara, mettendo in mostra anche qualche piccolo segnale di graining. Con la mescola Soft le cose sono andate leggermente meglio, con la simulazione di passo che ha visto Vettel scendere con buona frequenza sotto il muro dell’1:34. Il problema della scuderia di Maranello è che, da quando si è incominciato a parlare del famigerato doppio sensore nella sua Power Unit, è tornata ad accusare un gap di potenza notevole nei confronti dei rivali di Brackley. Sul fronte dita incrociate, domani tutto potrebbe essere rimesso in bilico con la pioggia che era già attesa oggi, ma domani dovrebbe presentarsi in maniera importante, tenendo bene a mente, tuttavia, che Hamilton arriva da 14 pole position consecutive sul bagnato.

A poca distanza dalla Ferrari, ormai sempre più frequentemente, si presenta la Red Bull. La vettura di Milton Keynes può sfruttare al meglio il suo telaio ed il suo carico aerodinamico nelle splendide curve di Suzuka, ma la Mercedes viaggia con un secondo di vantaggio su Max Verstappen e Daniel Ricciardo. La sensazione è che il team con i due tori sulla livrea si appresti, ancora una volta, a chiudere in crescendo la sua stagione, salvo poi non riconfermarsi nell’avvio dell’annata successiva. Il gap nei confronti della Ferrari sembra essersi ridotto nelle ultime settimane, la Mercedes oggettivamente è di un altro pianeta oggi come oggi. Tra gli altri team regna un equilibrio incredibile, con quasi tutto il gruppo in appena 8-9 decimi. Racing Point Force India e Haas proveranno a piazzarsi in maniera massiccia in zona punti, mentre la Renault non ha iniziato con il vento in poppa il proprio fine settimana. Se domani, davvero, arrivasse la pioggia, tutto sarebbe rimesso in discussione, con Fernando Alonso che incrocia le dita come suo solito quando si aprono gli ombrelli.

 

 

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alessandro.passanti@oasport.it

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