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F1, le 5 risposte che dovrà darci il GP degli Stati Uniti. Lewis Hamilton vincerà il titolo già ad Austin?

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E dopo l’appuntamento nel Paese del Sol Levante il Circus della Formula Uno fa rotta in Texas, ad Austin (Stati Uniti), per il quartultimo round della stagione 2018. La Mercedes e Lewis Hamilton si presentano ai nastri di partenza con la ferma intenzione di replicare le ultime prestazioni dominanti che hanno permesso al pacchetto anglo-tedesco di ipotecare i due titoli piloti e costruttori salvo crolli improvvisi. La Ferrari, dunque, spera in questo fine settimana statunitense di ritrovare se stessa, dopo i brutti risultati delle ultime uscite. In particolare, l’osservato speciale sarà Sebastian Vettel che ha deluso le attese tra errori ed eccessi di foga in pista, non all’altezza di un quattro volte campione del mondo. Andiamo quindi ad analizzare le questioni più importanti del weekend negli States.

1 Lewis Hamilton chiuderà i giochi?

67 punti di vantaggio sul secondo in graduatoria generale invitano a porsi questa domanda. Di sicuro, il britannico ci sta pensando e la tradizione lo conforta. Sì perchè in Texas il 33enne di Stevenage ha posto il proprio sigillo in 5 occasioni (4 consecutive), da quando si corre a queste latitudini dal 2012. In totale, negli Stati Uniti, l’alfiere delle Frecce d’Argento ha scritto il proprio nome nella casella riservata al vincitore in ben 6 occasioni, considerando anche il successo ad Indianapolis nel 2007. I motivi per cui essere fiducioso, dunque, ci sono tutti. Qualora Lewis dovesse vincere e Vettel arrivare terzo, possibilità non così distante dalla realtà vista la doppietta a Suzuka (Giappone) delle Stella a tre punte, il n.44 potrebbe portarsi a casa il titolo iridato, diventando il secondo pilota nella storia con 5 trionfi consecutivi nello stesso circuito dopo Ayrton Senna, che vinse a Monaco ininterrottamente dal 1989 al 1993, e cosa più importante raggiungere Juan Manuel Fangio per numero di Mondiali vinti.

 

2 Sebastian Vettel saprà rispondere alle critiche?

Un anno complicato quello del teutonico. La serie di errori nelle precedenti apparizioni ha minato le sue certezze e anche quelle del team (forse) nei suoi confronti, nonostante il rinnovo fino al 2020 della scuderia di Maranello. Le critiche nei suoi riguardi sono state tante, forti del distacco importante in classifica generale da Hamilton e delle sbavature citate. Su un tracciato su cui seppe vincere nel 2013, l’unico anno in cui Lewis non è riuscito a salire sul gradino più alto del podio, il ferrarista vorrà invertire il trend negativo e provare a ridestarsi. Un target da centrare per rovinare la festa al rivale e anche per rilanciare le proprie quotazioni in vista dell’anno prossimo visti i cambiamenti interni al team: l’arrivo di Charles Leclerc e la gestione post Sergio Marchionne. Nel “Luna Park” del Texas ci si attende una risposta da campione di Sebastian.

 

3 Il nuovo pacchetto aerodinamico della Ferrari funzionerà?

Non è un mistero. Il Cavallino Rampante dopo il GP d’Italia sembra aver smarrito la via dello sviluppo tecnico. Lo sfruttamento delle gomme e soprattutto il bilancio della monoposto sono diventati improvvisamente punti deboli della SF71H e le motivazioni, al di là delle illazioni sul famoso doppio sensore sulla power unit, riguardano un pacchetto aerodinamico che ha fatto regredire la monoposto e una Red Bull più vicina ai riscontri della Rossa lo dimostra. La Ferrari ha dunque deciso di tornare indietro e negli Stati Uniti, stando alle indiscrezioni, verranno apportati dei correttivi per massimizzare le prestazioni della macchina e consentire ai due piloti di lottare per la pole position e la vittoria. Un qualcosa, se vogliamo, a cui abbiamo già assistito in stagione ricordando la debacle ferrarista di Barcellona e il riscatto a Silverstone, in casa di Hamilton e del team di Brackley. Vedremo se questi interventi saranno sufficienti per uscire dal tunnel.

 

4 Che ruolo reciterà la Red Bull?

Monoposto di Milton Keynes che in Giappone dei segnali importanti ne ha mostrati e, in gara, è stata la seconda forza davanti alla Ferrari con Max Verstappen sul gradino più basso del podio alle spalle del duo Mercedes. L’olandese, dopo le critiche di inizio stagione, dal Canada ha letteralmente cambiato marcia, dando spesso la “paga” al compagno di team Daniel Ricciardo e facendo vedere tanta consistenza. Giusto considerare lui, ancor più dell’australiano, tra gli aspiranti alla top3. Tuttavia, la RB deve sfatare un piccolo tabù. Nelle ultime tre edizioni, infatti, si sono registrati diversi ritiri: Kvyat per un testacoda nel 2015; Verstappen per la rottura del cambio due anni fa e il problema al motore di Ricciardo 12 mesi fa. Vedremo se la squadra anglo-austriaca saprà porre fine a questa serie negativa.

 

5 La pioggia sarà una variabile di cui tener conto?

Le previsioni meteorologiche non sembrano promettere nulla di buono e la presenza della pioggia dovrebbe essere costante. Un aspetto, ovviamente, da considerare da parte dei team, specie in qualifica dove in poco tempo ci si gioca tanto. Da questo punto di vista, Hamilton potrebbe godere, come se non bastasse, di un ulteriore vantaggio essendo quello che in condizioni di asfalto bagnato meglio riesce ad adattarsi. Per di più, su un circuito così gradito, l’inglese potrebbe essere a maggior ragione il riferimento. Spetterà al Cavallino o anche alla Red Bull trovare delle contromisure per non dover imprecare ancora una volta per il meteo avverso.

 





 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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