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F1, Mondiale 2018: l’incredibile serie di errori di Sebastian Vettel, per una stagione di enormi rimpianti

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Si è sempre detto che, per sconfiggere un avversario che sembra non avere punti deboli, non si possa commettere il minimo errore. Quando affronti un rivale come Lewis Hamilton che ha a disposizione una vettura come la Mercedes, devi essere impeccabile lungo tutti i 21 appuntamenti della stagione e, quando la macchina non permette di competere per il successo, è fondamentale raccogliere il massimo bottino di punti possibile. Questo imperativo era ben scolpito nella mente di Sebastian Vettel ad inizio anno e, effettivamente, il campione tedesco, per lunghi tratti di questo Mondiale 2018 l’ha messo in pratica. Dopo aver guidato la classifica generale a lungo, però, ora si ritrova a mangiarsi le mani per troppe occasioni gettate alle ortiche, ben sapendo che già dal prossimo Gran Premio del Messico in programma domenica, il suo rivale inglese potrà festeggiare il quinto titolo iridato della sua carriera.

Questa stagione si sapeva che sarebbe divenuta una lunga battaglia tra i due, per capire chi per primo sarebbe stato in grado di eguagliare il numero dei titoli del leggendario Juan Manuel Fangio. La missione la sta per compiere Hamilton, dunque, ed a Vettel non rimarrà che recitare il Mea culpa, andando ad analizzare i molti, troppi, errori commessi in questa annata. Spesso passi falsi a livello di valutazione, altri commessi per troppa foga, in un momento nel quale il 31enne di Heppenheim sembra davvero in confusione. Andiamo, quindi, ad analizzare caso per caso, tutti gli sbagli del ferrarista, senza dimenticare che, nonostante tutto, in questo 2018 ha totalizzato 5 vittorie ed altrettante pole position.

Il primo errore, non di poco conto, arriva a Baku. Il tedesco, scattato dalla pole position, tiene il comando della corsa azera ma, ancora una volta, la Safety Car scombina i piani. Tutti vanno ai box e lui, che già si era fermato, torna a sua volta e finisce alle spalle di Valtteri Bottas. Alla ripartenza il quattro volte campione del mondo cerca un disperato attacco nei confronti del finlandese alla conclusione dell’infinito rettilineo di Baku, andando a caccia della vittoria. Manovra sbagliata, frenata che va a “spiattellare” la gomma anteriore sinistra e che, soprattutto, lo fa finire alle spalle anche di Kimi Raikkonen e Lewis Hamilton che, incredibilmente, va a vincere la gara, approfittando dell’esplosione della gomma del suo compagno che, a due giri dalla bandiera a scacchi, pensava di avere il successo in tasca. Un eccesso di foga quando poteva accontentarsi della piazza d’onore e, ovviamente, di guadagnare altro punti sull’inglese.

Secondo capitolo. Le Castellet, subito dopo il weekend dominato il Canada. La Mercedes monopolizza la prima fila e vuole il successo in Francia. Vettel parte dalla terza posizione, ma scatta meglio allo spegnimento del semaforo. Le due Frecce d’argento, tuttavia, fanno muro e non permettono al numero 5 di sopravanzarle. Si arriva in curva 1, con Hamilton primo e ben protetto da Bottas, ma Vettel finisce troppo lungo e va a colpire il finlandese, rovinando la gara di entrambi. A quel punto l’ex Red Bull è costretto alla risalita dall’ultima posizione fino a giungere quinto, proprio mentre il rivale inglese centra un altro successo. Altri 15 punti di differenza quanto mai pesanti.

Il terzo passo falso stagionale arriva nella gara immediatamente successiva. il circus sbarca in Austria pronto per il nuovo duello Ferrari-Mercedes, sul filo dei millesimi. Il fine settimana del portacolori della scuderia di Maranello arriva già nella Q2, non accorgendosi (in uscita di curva 1) di avere alle proprie spalle Carlos Sainz che, a differenza sua, stava partendo per il proprio giro veloce. Tre, inevitabili, posizioni di penalità in griglia e gara subito in salita. Nonostante il doppio ko delle due Mercedes, Vettel chiude al terzo posto alle spalle di Max Verstappen e Kimi Raikkonen, raccogliendo 15 punti che, con il senno di poi, potevano essere molti di più.

Si arriva all’errore che, senza alcun dubbio, ha fatto girare tutta la stagione. La famigerata Sachs Kurve di Hockenheim. Quel 51esimo giro il tedesco, proprio nella gara di casa, non lo scorderà mai più. Il weekend sembrava apparecchiato nella giusta maniera. Pole strepitosa al sabato, proprio mentre Hamilton vedeva la sua W09 appiedarlo nella Q2, costringendolo a partire dalla 14esima posizione. Invece, dopo una corsa condotta senza alcun problema, arriva la pioggia. Non torrenziale, certo, ma quanto basta per rendere viscida il tracciato. il ferrarista sbaglia l’entrata alla Sachs e finisce nella ghiaia (proprio nel punto più stretto di tutto il circuito) e la sua SF71H va a stamparsi sulle barriere. Un ko sanguinoso già così, ma che diventa capitale con la contemporanea vittoria dell’inglese. Poteva essere un pugno notevole a favore del tedesco e, invece, diventa “IL” pugno da ko a parti invertite. 25 punti conquistati da “LH” che faranno tutta la differenza del mondo, sia in classifica, sia a livello mentale per Seb.

Se Hockenheim ha deciso il Mondiale 2018, Monza ha messo il bollo in ceralacca sulla stagione. Il famoso testacoda alla variante della Roggia nel corso del primo giro, per tentare di rispondere all’attacco di Hamilton, toglie a Vettel ogni possibile chance di rimonta a livello di classifica generale. Anche in quella occasione è l’alfiere della Mercedes a vincere, mentre al ferrarista non rimane che rimboccarsi le maniche nell’ennesima risalita, non andando oltre la quarta posizione, e lasciando sul campo, o meglio alla Roggia, altri 13 punti.

Dopo il GP d’Italia la situazione per pilota e scuderia finisce in mare aperto. Il quattro volte iridato inizia a perdere brillantezza in pista, mentre il suo team contribuisce a non migliorare la situazione. A Singapore, per esempio, dopo un fine settimana dominato, si arriva alla Q3, con Seb che si becca sei decimi da un eccezionale Hamilton anche, ma non solo, per diverse imperfezioni nei sui tentativi. In gara, poi, ci si mette il muretto box a far sbagliare la strategia alla propria prima guida, facendolo rientrare sul tracciato alle spalle di Sergio Perez (su una pista dove sorpassare non è certo semplice) rovinando ogni piano e facendolo scendere dalla seconda alla terza posizione.

Marina Bay è stato una sorta di “concorso di colpa”, ribadito anche a Suzuka. Il primo peccato capitale arriva nel corso della Q3. Tutti entrano con le gomme slick, nonostante qualche goccia di pioggia, mentre la scuderia con il Cavallino Rampante, incredibile a dirsi, monta le Intermedie. Errore strategico enorme, dato che tutti possono completare un giro pulito, mentre Vettel e Raikkonen devono sostituire le gomme e quando tornano, allora sì, la pioggia ha bagnato il tracciato. In gara, tuttavia, il teutonico scatta alla grande e rimonta dalla ottava posizione a suon di sorpassi. Ne tenta uno di troppo, quantomeno con la tempistica sbagliata, su Verstappen. L’olandese chiude alla Spoon Curve e arriva un altro testacoda per Vettel. Era sufficiente aspettare il lungo rettilineo successivo (con il DRS) per un attacco più facile, ma così non è andata. Hamilton vince in carrozza e Vettel risale solamente fino alla sesta posizione, consegnando il titolo all’avversario.

L’ultimo fine settimana, addirittura, ha visto due errori per un Seb ormai in totale confusione. Il primo, davvero incredibile, si manifesta nella prima sessione di prove libere. In regime di bandiera rossa, infatti, il tedesco non rallenta a dovere e si becca tre posizioni di penalizzazione. Gara nuovamente in salita, resa ancor più complicata dal contatto con Daniel Ricciardo in curva 13. Attacco all’interno del ferrarista che, in uscita, va a toccare l’anteriore destra dell’australiano con la sua anteriore sinistra. Ennesimo testacoda della sua annata e ennesima rimonta che lo porta fino alla quarta posizione.

Una serie di errori che, oggettivamente, non poteva permettere a nessuno di contrastare fino alla fine il binomio Hamilton-Mercedes. Il teutonico, spesso per colpa sua, ha chinato il capo in maniera netta e fragorosa, rovinando e rovinandosi, una stagione che poteva essere di ben altro tenore. Siamo certi che il tedesco ci penserà a lungo questo inverno e tornerà ancor più agguerrito nella prossima annata, dato che, come detto, contro un rivale simile, non puoi sbagliare mai. Letteralmente!

 

 

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