Ciclismo
Giro di Lombardia 2018, Vincenzo Nibali un esempio per i giovani. Il cuore dello Squalo oltre una condizione non eccelsa
Col cuore più che con le gambe, con la grinta più che con la birra in corpo, con la generosità e con la classe più che con la brillantezza dei giorni migliori. Vincenzo Nibali ha impartito l’ennesima lezione non solo di ciclismo ma di vita alle nuove generazioni, è un esempio per i giovani, un’icona indelebile dello sport italiano, un uomo capace di giganteggiare in sella a una bicicletta e di scrivere pagine indelebili di storia. La condizione di forma non era delle migliori anche se in visibile crescendo dopo l’infortunio subito al Tour de France e la conseguente operazione alla decima vertebra toracica, le energie in corpo erano davvero poche ma lo Squalo ha ancora incantato con uno dei suoi numeri leggendari, quelli esclusivi di un fuoriclasse che sembra predestinato per regalare delle emozioni al pubblico, per lasciare qualcosa che vada oltre il mero risultato sul traguardo.
Il capitano della Bahrain Merida ha concluso il Giro di Lombardia in seconda posizione ma non lo ha fatto in maniera banale, ha sciorinato il suo talento indiscutibile e incontestabile, ha messo sull’asfalto tutto il suo cuore e ha fatto capire davvero a tutti che nulla è impossibile, che se si vuole ci si può rialzare da un infortunio di quella portata e si può puntare ai massimi traguardi. L’attacco sul Muro di Sormano e la lunga fuga successiva, insieme al futuro vincitore Thibaut Pinot, hanno animato l’ultima Classica Monumento della stagione che il 33enne aveva già vinto nel 2015 e nel 2017: non è arrivato il tris ma abbiamo potuto ammirare uno Squalo graffiante, il vero Enzo che sta tornando ai suoi livelli, il Campione che abbiamo imparato ad amare nel corso di questi anni.
Il genio di Leonardo, la capacità di plasmare di Donatello, il tocco morbido di Raffaello, la fantasia di Michelangelo: Vincenzo Nibali ha impartito una nuova lezione di ciclismo nell’ultimo appuntamento di una stagione incominciata a marzo con la vittoria alla Milano-Sanremo, in gara per tutta la stagione come in un’altra epoca del ciclismo, quella mitologica che spesso la nostra punta di diamante ci fa rivivere con le sue azioni imprevedibili. Quando è stato ripreso nel finale, ha avuto la forza di allungare nuovamente per strappare un secondo posto che poco aggiunge alla sua mostruosa carriera: in quell’azione sta l’essenza del vero Nibali, l’uomo capace di andare oltre ogni immaginazione e di riscrivere il concetto di impossibile, la lezione che tramanda ai posteri pedalata dopo pedalata.
Credits: Valerio Origo
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