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La boxe rischia l’esclusione dalle Olimpiadi? Le minacce del Cio, la leadership discussa e i problemi economici

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La boxe rischia seriamente l’esclusione dalle Olimpiadi nell’immediato futuro? L’esecutivo del Cio, attualmente riunito a Buenos Aires (Argentina) dove si disputeranno le Olimpiadi Giovanili dal 6 al 18 ottobre, risulta estremamente preoccupato per i problemi interni all’Aiba (la Federazione Internazionale della nobile arte). A non piacere al Comitato Olimpico è la situazione politica della Federazione: l’anno scorso l’ex Presidente Wu Ching-Kuo era stato sospeso per sospetto di cattiva gestione finanziaria (si parla di debiti per 30 milioni di euro) e l’unico candidato alla sua successione è l’uzbeko Gafur Rachimov, 66enne già coinvolto in un traffico di eroina e accusato di attività criminali dal dipartimento del Tesoro degli USA, nome poco gradito ai vertici del Cio.

Il Cio aveva già minacciato di escludere la boxe dal programma di Tokyo 2020 (oltre ai problemi economici e alla discussa leadership non piace nemmeno la gestione della lotta contro il doping) ma attualmente le gare sono ancora inserite in calendario, staremo a vedere se la situazione migliorerà e se il pugilato riuscirà a salvarsi. Un’esclusione dalla rassegna a cinque cerchi rappresenterebbe un durissimo colpo per questo sport che è presente ai Giochi fin dalla terza edizione di Saint Louis 1904 (saltò solo Stoccolma 1912 in quanto la pratica di questa disciplina era vietata in Svezia).

 





Foto: Pete Niesen / Shutterstock.com

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