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MotoGP, GP Thailandia 2018: Andrea Dovizioso candidato alla piazza d’onore. Segnali di risveglio per la Yamaha ma…

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-4 al termine dell’avventura del Mondiale 2018 di MotoGP. Il caldo torrido della Thailandia ha accolto i centauri più veloci del mondo e il settimo successo stagionale di Marc Marquez è stato all’insegna dello spettacolo. Un nuovo duello con la Ducati di Andrea Dovizioso ha animato la scena e nel gioco dei sorpassi e dei controsorpassi è stato lo spagnolo a prevalere, permettendogli di volare ulteriormente nella graduatoria generale: i 77 punti di vantaggio di Marc nei confronti del forlivese sono qualcosa più di un’ipoteca sul settimo iride. Pertanto è giusto concentrarsi sulla lotta per il secondo posto.

Date le circostanze, il “Dovi” sembra avere in mano le carte migliori. La Rossa va forte e la continuità trovata dal pilota italiano in questa seconda parte d’annata fa pensare che la conquista del titolo di “vice campione del mondo”, replicando quanto avvenuto l’anno scorso, sia fattibile. Andrea, conscio del fatto suo, delle 2 vittorie e dei 5 podi totali nelle ultime 5 gare disputate, può guardare con fiducia a quel che resta da fare in quest’annata.

E la Yamaha? Sul tracciato di Buriram dei segnali di ripresa ci sono stati. Valentino Rossi, nella prima parte di gara, e Maverick Vinales, nella seconda, hanno conteso la vittoria alla coppia citata precedentemente ma alla fine il n.25 si è dovuto accontentare del terzo posto e il “Dottore” del quarto. Certo, riscontri assai più lusinghieri rispetto all’esibizione di Aragon, per fare un esempio. Però, il target vittoria, necessario per guadagnare punti in classifica generale, sembra complicato.

Rossi, al momento, è terzo nella graduatoria a 22 lunghezze da Dovizioso e con 26 punti di vantaggio sul teammate. Considerando i guai fisici di Jorge Lorenzo (quinto a 42 punti da Valentino), il campione di Tavullia può pensare di conservare la sua terza piazza a meno che ad Iwata non riescano a trovare delle soluzioni ulteriormente efficaci per rendere la M1 prestazionale nei quattro round restanti.

 

 

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Foto: Valerio Origo 

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