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Olimpiadi degli Scacchi 2018: l’Italia open torna a mettere la freccia e batte la Turchia, donne sconfitte dagli USA

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Dopo alcuni turni in cui ha lasciato a desiderare, l’Italia open ha finalmente fatto sentire la propria voce all’interno delle Olimpiadi scacchistiche in corso di svolgimento a Batumi, Georgia. Il successo che è arrivato, contro la Turchia per 2,5-1,5, ha grande importanza perché venuto dopo l’incredibile rischio corso col Nepal ieri e perché ha riportato Luca Moroni al centro dell’attenzione. Le donne, invece, hanno dovuto conoscere la loro seconda sconfitta, arrivata per 1-3 contro i forti Stati Uniti.

L’Italia open ripete, contro la più quotata Turchia, il successo per 2,5-1,5 del 2016. Con Sabino Brunello che ha pattato piuttosto velocemente contro Emre Can (rimettendo in piedi una posizione un po’ critica), il secondo a finire la sua partita è stato Luca Moroni. Dopo esser entrato in una variante della Difesa Slava molto cara al forte israeliano Boris Gelfand, Moroni ha concretizzato un vantaggio di carattere posizionale contro Dragan Solak in un finale di Torre e pedoni. Il giovane (18 anni) Grande Maestro italiano, che ha giocato col Bianco, ha finito per chiudere in modo spettacolare, promuovendo il pedone della colonna c a Donna e dando contemporaneamente scacco matto sull’ultima traversa, con la penultima controllata dalla Torre e pertanto non utilizzabile dal Re nero. Il punto guadagnato da Moroni è stato salvato quasi miracolosamente da Alessio Valsecchi, che in posizione sfavorevole ha fatto in modo di far naufragare ogni speranza di successo di Vahap Sanal. A questa patta è seguita, poco dopo, quella del nostro numero 1, Daniele Vocaturo, che vi ha fermato il suo corrispettivo turco Mustafa Yilmaz portando in modo definitivo il successo all’Italia.

Si è giocata oggi la partita più forte possibile all’interno di queste Olimpiadi scacchistiche: Fabiano Caruana contro Shakhriyar Mamedyarov, numero 2 e 3 del mondo (visto che Carlsen ha scelto un altro programma di preparazione al match mondiale). Ha vinto l’italoamericano, che sta affrontando il torneo con una carica enorme, forse ben conscio di avere una chance di diventare numero 1 del mondo proprio prima della sfida iridata di Londra. Il suo successo ha consentito agli USA di battere 2,5-1,5 l’Azerbaigian, il che li colloca in testa a quota 15, seguiti dalla Polonia (che ha pareggiato per 2-2 con l’Armenia) a quota 14. Si è formato, dietro di loro, un gruppo di sette Paesi a quota 13: Azerbaigian, India, Francia, Armenia, Cina, Germania e Inghilterra. L’Italia è immediatamente dietro, a quota 12 assieme a sei nazioni tra cui la Russia.

Arriva la sconfitta, invece, per l’Italia femminile, superata dagli Stati Uniti per 1-3. Se sulla prima scacchiera le due maggiori giocatrici delle rispettive nazionali, Olga Zimina e Anna Zatonskih, si sono divise equamente il punto, e lo stesso hanno fatto Marina Brunello e Jennifer Yu (con quest’ultima che ha sprecato un chiaro vantaggio di posizione) in quarta, è in seconda e terza che s’è deciso l’incontro. Irina Krush ha semplicemente giocato benissimo contro Elena Sedina, assicurandosi il punto, mentre per Desirée Di Benedetto la sconfitta è arrivata velocemente, dopo aver concesso a Tatev Abrahamyan di tessere una rete di matto imparabile. Le azzurre si trovano ora nel numeroso gruppo che va dal 13° al 28° posto.

A rimanere da sole al comando sono Cina e Ucraina, rispettivamente vittoriose su Armenia (3-1) e Romania (3,5-0,5). Nella lotta per il podio si inseriscono il Kazakistan, l’Azerbaigian, l’Ungheria (che ha battuto in maniera abbastanza inattesa l’India), gli USA e la già citata Armenia. Mantiene ancora qualche speranza la Russia, che è nel gruppo a quota 12 con altri quattro Paesi.

L’Italia, nel nono turno, dovrà affrontare sia al maschile che al femminile due ostacoli di enorme durezza. Alla squadra open è toccata in sorte la Russia, che sta giocando complessivamente al di sotto delle attese, ma che è pur sempre sostenuta dalla leggenda Vladimir Kramnik e dall’ex sfidante mondiale Sergej Karjakin. Non è andata meglio alla formazione femminile, che ha pescato (con una grandissima dose di sfortuna) l’India di Humpy Koneru, un ostacolo davvero duro e per di più in cerca di riscatto dopo aver subito la sconfitta dall’Ungheria.





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