Pattinaggio Artistico

Pattinaggio artistico, Skate Canada 2018: Junhwan Cha, è nata una stella! La rinascita di Tuktamysheva, le scelte dubbie di Medvedeva

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A star is born. Giocare con il titolo del film di Bradley Cooper che in questo momento sta spopolando nelle sale cinematografiche è forse il modo migliore per analizzare quanto successo nella seconda tappa del circuito ISU Grand Prix 2018-2019 di pattinaggio artistico, Skate Canada 2018, quest’anno andata in scena alla Place Bell di Laval, Quèbec.

L’astro nascente è senza dubbio il coreano classe 2001 Junhwan Cha (piazzatosi al terzo posto alle spalle del favorito Shoma Uno e dal sorprendente canadese Keegan Messing) già passato sotto l’attenzione del pubblico grazie alle due fantastiche performance precedenti all’Autumn Classic International di Oakville e al Finlandia Trophy. Il talento allenato da Brian Orser è stato autore di due prove davvero notevoli. Nello short, interpretato sulle celebri e classiche note de “Cindarella” di Sergei Prokofiev, il coreano ha eseguito, oltre un buon triplo axel, un quadruplo salchow e la combinazione triplo lutz/triplo rittberger, elemento insolito per la categoria maschile.

L’ottima gestione degli elementi viene particolarmente risaltatata da Cha nel programma libero, pattinato sulla note della colonna sonora del visionario “Romeo and Juliet” di Luhrmann, in cui ha presentato ad inizio della prova un quadruplo toeloop (chiamato sottoruotato dal pannello) e un quadruplo salchow, eseguendo nel corso della performance in combinazione solo salti tripli (triplo lutz/triplo rittberger, triplo axel/triplo toeloop) e atterrando con bonus elementi sicuri come il triplo axel, un triplo lutz e la combinazione triplo flip/euler/triplo salchow, quest’ultimo chiamato sottoruotato dal pannello, esattamente come accaduto all’Autumn Classic. Tralasciando gli aspetti tecnici, ciò che sorprende del programma libero del coreano è la straordinaria modernità: finalmente infatti, contrapposto a uno short di impostazione classica, un pattinatore giovanissimo è riuscito a presentare una coreografia coraggiosa su una musica difficile e a bpm alti, con passi ricercati e straordinariamente coerenti con il tema. Un grande banco di prova per Cha che, con i giusti accorgimenti, nel tempo potrebbe rivelarsi erede dell’alieno Yuzuru Hanyu.

In campo femminile abbiamo assistito invece alla rinascita di una stella, ovvero Elizaveta Tuktamysheva, tornata ai vertici dopo aver trionfato nella stagione 2014-2015 sia alle Finali Grand Prix di Barcellona, sia agli Europei di Stoccolma che ai Mondiali di Shanghai. La pattinatrice russa allenata da Alexei Mishin ha sbaragliato la concorrenza grazie soprattutto al primo segmento di gara, letteralmente perfetto sul profilo tecnico (non impeccabile invece la pattinata, nonostante i punteggi alti sulle componenti del programma), in cui ha eseguito al meglio gli elementi tecnici, compreso un bel triplo axel. La russa cercherà dunque di staccare un pass per la Finale di Vancouver nella difficile tappa giapponese, dove si scontrerà con atlete nipponiche molto in forma come Satoko Miyahara e Rika Kihira.

Una stella che in questo momento appare un po’ in ombra è indubbiamente Evgenia Medvedeva. La vice Campionessa Olimpica infatti, malgrado il primato nel secondo segmento di gara, ha conquistato solo la terza posizione in una gara ampiamente alla portata. La causa di questo risultato è individuabile nelle scelte strategiche, a prima impressione decisamente scellerate. Tralasciando l’errore nella combinazione dello short program, sbavatura che le ha tolto 11 punti abbondanti e che hanno pesato come un macigno nel risultato finale, nel programma libero Medvedeva ha presentato due tripli lutz, salto da sempre per lei decisamente ostico, non a caso in questa occasione marchiato con “Wrong edge” (filo sbagliato) dal pannello tecnico. Non sappiamo bene le motivazioni che hanno convinto coach Brian Orser a impostare questo tipo di layout, quel che certo è che i punti persi nel programma libero sono stati parecchi e che il terzo posto pone la strada di Zhenia verso la finale decisamente in salita. La pattinatrice moscovita parteciperà infatti all’Internationaux De France di Grenoble, dove per avere la certezza di arrivare a Vancouver dovrà necessariamente vincere contro atlete quotate come la già citata Rika Kihira, la temibile compagna di squadra Maria Sotskova e l’americana Bradie Tennell.

Nelle altre due specialità, a splendere sono state due certezze: Vanessa James e Morgan Ciprès, in netta crescita rispetto alla passata stagione,hanno trionfato nelle coppie di artistico in una gara dal livello tecnico decisamente più alto rispetto quanto visto a Skate Amaerica. Nella danza missione compiuta per Madison Hubbell-Zachary Donohue, i quali hanno ufficialmente staccato il pass per la finale conquistando per la prima volta quota 80 punti (80.49) nella Rhythm Dance. Nota di merito per i danzatori russi secondi classificati Victoria Sinistina-Nikita Kastsalapov, entrati molto bene nel circuito con una prova valutata complessivamente 195.17 punti, candidandosi prepotentemente alle pretendenti per un posto a Vancouver.

 

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