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Ryder Cup 2018: Francesco Molinari imprime la sua impronta nella leggenda e guida alla vittoria un’Europa straripante

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Francesco Molinari è nella storia del golf. Questo è lo straordinario riscontro della Ryder Cup 2018, che ha arriso all’Europa ma soprattutto ha costituito un punto di svolta per la carriera di un atleta che entra di diritto nella leggenda della competizione più affascinante, realizzando un record praticamente imbattibile.

Molinari ha vinto tutti e 5 gli incontri che ha disputato sul par 72 del Le Golf National di Saint-Quentin-en-Yvelines, a pochi chilometri dal centro di Parigi, ed è il primo atleta del Vecchio Continente ad aver realizzato questo strepitoso filotto di successi nella Ryder Cup. Non è un caso, dunque, se il punto decisivo del torneo reca la sua firma indelebile: la pallina gettata nell’acqua dal suo avversario Phil Mickelson, di fatto, ha regalato la ribalta assoluta a Chicco, eroico protagonista di un’avventura leggendaria.

Nei primi 4 match, in coppia con l’inglese Tommy Fleetwood, è emersa tutta la straripante qualità di un atleta che sa gestire la tensione con sangue freddo e carisma e che ha compiuto enormi progressi nel putt, al punto da entrare nel gotha della disciplina, probabilmente il migliore al mondo in questo scorcio di stagione che lo ha visto anche trionfare nell’Open Championship, primo italiano nella storia a vincere un Major. E a finire sotto le grinfie di Molinari a Parigi è stato Tiger Woods, sconfitto tre volte nei match doppi e annichilito da super Chicco, letteralmente imbattibile nel torneo che gli ha consegnato la gloria imperitura al cospetto dei grandi del golf mondiale. Ma la Ryder Cup 2018 contiene tante storie fantastiche per l’Europa, tornata a trionfare dopo il passo falso di Chaska 2016, preceduto da altre tre vittorie del Vecchio Continente.

Lo spagnolo Sergio Garcia, ad esempio, battendo Rickie Fowler ha raggiunto quota 25.5 punti in Ryder Cup, diventando l’uomo con lo score più alto di tutti nella storia della competizione. Un premio alla carriera per un atleta che capitan Thomas Bjorn ha convocato contro ogni pronostico, regalandogli una meritata ribalta e ottenendo in cambio prestazioni di grande spessore. Un altro spagnolo, Jon Rahm, a soli 22 anni ha giocato da veterano contro Tiger Woods, conquistando una vittoria che lo consacra già tra i grandi del golf. E poi c’è l’inglese Tommy Fleetwood, che in coppia con Molinari è stato sublime, conquistando 4 successi prima di finire la benzina e cedere al cospetto di Tony Finau.

Dulcis in fundo, il putt stratosferico di Alex Noren contro Bryson DeChambeau è stato una vera apoteosi per l’Europa, che ha portato a casa la coppa con un perentorio 17.5-10.5, dimostrando che, quando c’è da lottare e sputare sangue, la pattuglia del Vecchio Continente non ha rivali.





mauro.deriso@oasport.it

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Foto di Valerio Origo

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