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Tennis, svolta epocale e originale a Wimbledon: introdotto il tie-break all’ultimo set sul 12 pari

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Gli US Open, dal 2019, non saranno più soli. Anche Wimbledon ha deciso di introdurre, dalla prossima edizione, il tie-break al set decisivo (il quinto per gli uomini, il terzo per le donne). Il gioco decisivo non si avrà, però, sul 6 pari, bensì sul 12 pari, come riporta il comunicato ufficiale rilasciato dall’All England Lawn Tennis Club.

La decisione è stata presa dopo aver visionato con attenzione tutti i dati dei match delle ultime venti edizioni dei Championships, unita a un coinvolgimento di giocatori e arbitri in merito. La regola sarà applicata in tutti i tornei: singolare maschile e femminile, doppio maschile, femminile e misto.

Non vedremo più, dunque, partite infinite come l’ormai leggendario Isner-Mahut del 2010, in cui servirono 11 ore e 5 minuti spalmati su tre giorni per determinare il vincitore, che fu l’americano col punteggio di 70-68 nel quinto set. Più di Isner-Mahut, però, la questione della lunghezza delle partite è stata sollevata dalle due semifinali maschili di quest’anno: l’americano s’è trovato, suo malgrado, di nuovo parte in causa, perché è stato lo sconfitto dell’incontro che lo ha opposto a Kevin Anderson e finito 24-22 al quinto in favore del sudafricano; poche ore dopo sono scesi in campo Novak Djokovic e Rafael Nadal, anche loro protagonisti di una battaglia in cinque set suddivisa in due giorni e vinta da Djokovic per 10-8 nell’ultimo parziale. Chi, però, non è stato in grado di affrontare la finale al meglio delle proprie condizioni è stato Anderson, in ragione delle oltre sei ore spese in campo.

Il presidente dell’AELTC Philip Brook ha così commentato: “Nel raggiungimento di questa decisione, il Comitato dell’AELTC ha chiesto il feedback di arbitri e giocatori, analizzato due decadi di dati di incontri, e considerato altri fattori inclusi la complessità della programmazione e l’esperienza degli spettatori. Dal nostro punto di vista era tempo di introdurre il tie-break per match che non hanno raggiunto la loro naturale conclusione a un ragionevole punto del set decisivo. Anche se sappiamo che le situazioni di incontri che si allungano tantissimo nella partita finale sono rari, pensiamo che un tie-break sul 12 pari rappresenti un equo bilanciamento tra il lasciare l’opportunità ai giocatori di chiudere la partita con due giochi di vantaggio e l’assicurare la certezza che l’incontro avrà una conclusione in un arco di tempo accettabile. Il prossimo passaggio sarà di condividere futuri dettagli con i nostri colleghi di Grandi Slam, ITF, WTA e ATP quando ci incontreremo a Singapore“.





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federico.rossini@oasport.it

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Credits: Meaning March / Shutterstock

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