Pallavolo
Volley femminile, l’Italia delle meraviglie: cuore, grinta, testa e coraggio. La semifinale dei sogni, Egonu condottiera della Nazionale magica
La battaglia di Nagoya ha già conquistato un posto speciale nella storia della pallavolo italiana. Nel tie-break vinto 15-13 contro il Giappone ai Mondiali c’è tutta l’essenza della nuova Nazionale che ha staccato il pass per le semifinali in maniera incredibile, mettendo in campo tutto quello che le azzurre ci hanno messo in mostra nelle ultime due stagioni: grandi doti tecniche, un cuore infinito, una grinta proverbiale e una tenuta mentale davvero pazzesca che ci ha permesso di avere la meglio in un parziale tiratissimo lottato punto a punto fino a 11-11 e con addirittura due match-point annullati che in un altro periodo avrebbero animato fantasmi oscuri. Non oggi, nel Sol Levante è esplosa un’Italia più brillante che mai, una formazione in grado di trascinare un Paese intero che all’ora di pranzo si è riunito per sostenere le ragazze terribili, la formazione più giovane dell’intera rassegna iridata che ha fatto saltare il banco a suon di grandi prestazioni. E di vittorie, addirittura dieci consecutive.
Nel trionfo palpitante contro le Samurai, le uniche capaci di trascinarci al tie-break nel corso di questa competizione, ci sono diversi ingredienti: la forza di un gruppo molto coeso e spumeggiante, la freschezza e la spensieratezza di una formazione che non ha nulla da perdere, le tante soluzioni tecniche e tattiche impartite da Davide Mazzanti nel post Rio 2016, la convinzione ormai acclarata che si può davvero sognare in grande. Si temeva che l’Italia potesse sciogliersi sul più bello e invece è accaduto l’esatto contrario: abbiamo sofferto le pene dell’inferno, abbiamo sudato le fatidiche sette camicie e anche oltre ma alla fine l’abbiamo spuntata semplicemente perché questa Italia è più forte. E ora non vogliamo più fermarci: venerdì torneremo in campo per affrontare la Cina o l’Olanda in una semifinale imperdibile con la speranza di ripercorrere le orme del 2002, l’apoteosi di Berlino è lontana 16 anni ma il ricordo è vivo nella mente di tutti gli appassionati.
Una condottiera campale come Paola Egonu (36 punti) che ha risolto l’incontro praticamente da sola caricandosi la squadra sulle spalle nel momento più complicato, la verve di Miriam Sylla che ha piazzato due stoccate da urlo dando il là al doppio vantaggio nella frazione decisiva, la solidità sottorete di Anna Danesi e Cristina Chirichella, l’esperienza di Lucia Bosetti e Monica De Gennaro, la regia di Ofelia Malinov e la conduzione di Davide Mazzanti che ha costruito e amalgamato questo gruppo: la crescita esponenziale è sotto gli occhi di tutti, ogni elemento è maturato in maniera dirompente ed è esploso in questi Mondiali che per il momento si sono colorati d’azzurro.
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Foto: FIVB
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