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Volley femminile, Mondiali 2018: Italia all’esame di laurea. Il futuro è adesso

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Nove vittorie in nove partite e la consapevolezza che non si è fatto ancora nulla. Il Mondiale maschile insegna, rappresenta un monito: l’Italia destò una grande impressione nelle due fasi iniziali, salvo crollare nella Final Six che spalancava le porte verso la zona medaglie. La sensazione di una conclusione diversa filtra ai Mondiali di volley femminile 2018 in corso di svolgimento in Giappone. A differenza dei maschietti, le ragazze hanno sin da subito affrontato e sconfitto, piuttosto nettamente, avversarie di altissimo rango, di sicuro candidate anche alla vittoria iridata: Cina, Russia e Stati Uniti. Il potenziale messo in mostra dalle ragazze allenate dal ct Davide Mazzanti è apparso impressionante, peraltro con margini di miglioramento ancora notevoli considerando la giovanissima età della squadra.

A questo punto la selezione tricolore dovrà affrontare un vero e proprio esame di laurea. Il campo ha certificato la bontà di un gruppo compatto e coeso, dove spiccano diverse individualità capaci di fare la differenza. Pensiamo all’opposto Paola Egonu, 19enne top-scorer della rassegna iridata con 182 punti complessivi, ad Anna Danesi, prima nella classifica di rendimento per i muri messi a segno, alla capitana Cristina Chirichella più matura che mai, alla nuova Miriam Sylla, capace di devastare le difese avversarie con attacchi di una potenza inaudita, alle consuete difese da urlo del libero Monica De Gennaro. Una squadra che ha saputo reagire con carattere e grande forza d’animo ai momenti difficili e quando si è trovata sotto nel punteggio contro Cina e Russia. Una compagine che ora dovrà dimostrare di saper esprimere al massimo il proprio gioco anche nelle partite da dentro o fuori, quelle senza un domani dove conta solo vincere per andare avanti.

Il calendario, a differenza di quanto accaduto agli uomini, sembra strizzare l’occhio alle azzurre: giocare le ultime due partite della Pool G mette quanto meno al riparo da possibili ipotesi di biscotti o combine. L’Italia sarà artefice del proprio destino. Dovrà scendere in campo con serenità e consapevolezza, semplicemente mettendo in mostra le proprie qualità. Ci riuscisse, saranno dolori per tutti.

In tanti notano delle analogie tra questa Nazionale e quella che vinse il titolo nel 2002. Questa, a nostro parere, sulla carta è anche superiore in prospettiva. Paola Egonu, campionessa che ha tutto per segnare un’era di questo sport, e Miriam Sylla potrebbero presto dar vita ad un tridente offensivo letale e senza eguali al mondo con la 18enne Elena Pietrini, altra enfant prodige che ha bisogno solo di un paio di stagioni per maturare e compiere il definitivo salto di qualità. Intanto Mazzanti si affida in banda all’esperienza dell’irrinunciabile Lucia Bosetti, un pilastro fondamentale in seconda linea che garantisce solidità in difesa e ricezione.

Questa Italia dal motore straordinario promette grandi cose per gli anni a venire, quando queste ragazze diventeranno donne. Eppure c’è un’occasione da prendere al volo, un Mondiale che intriga con una melodia ammaliante. Con determinazione e un pizzico di sana incoscienza, queste ragazze possono coltivare il grande sogno. Dovranno dimostrare prima di tutto a se stesse non solo di non tremare, ma addirittura di esaltarsi quando il gioco si fa davvero duro, come solo le campionesse sanno fare. Sarà un esame di laurea: perché il futuro è adesso.

federico.militello@oasport.it

IL CALENDARIO COMPLETO DELLA FINAL SIX

LE DATE E GLI ORARI DELLE PARTITE DELL’ITALIA





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Foto: Fivb

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