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Volley femminile, Mondiali 2018: Italia, beata gioventù. Con la Cina la sana incoscienza di chi non ha nulla da perdere…

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La Nazionale più giovane dei Mondiali 2018 di volley femminile, appena 23 anni di media e tutto il futuro davanti, accompagnato però da un presente già luccicante e da tante speranze. Questa è l’Italia della beata gioventù, quella che ha saputo conquistarsi l’accesso alle semifinali a suon di vittorie (ben dieci in altrettante partite), quella che anche se impegnata lontanissima da casa ha saputo scaldare i cuori di un Paese intero e a farsi seguire con tanto amore, emozionando grazie a una personalità e a un’identità di squadra che si sono sempre fatte riconoscere.

Questa Italia è multirazziale, giovane, pimpante, vispa, accesa: sembra essere lo specchio della Nazione, una formazione figlia del presente e che ha saputo scalare le gerarchie della pallavolo mondiale mescolando doti individuali e di squadra, capacità tecniche importanti e doti fisiche eccellenti, valorizzando i punti di forza di ogni singola giocatrice che funziona alla perfezione all’interno di questo scacchiere. L’Italia del futuro ma anche del presente, infarcita di ragazze nate nei tardi anni ’90 (e non solo, basti pensare ad Elena Pietrini che è una classe 2000) che hanno poca esperienza internazionale ma che hanno sicuramente fame di vittorie e che agguerrite affronteranno la semifinale contro la Cina in programma venerdì 19 ottobre (ore 09.10) a Yokohama (Giappone).

Le ragazze del CT Davide Mazzanti dovranno avere la sana incoscienza tipica della gioventù per cercare di tenere testa alle Campionesse Olimpiche: le abbiamo già battute nella prima fase e gli ultimi precedenti sono in nostro favore ma in partita secca, da dentro o fuori con in palio una finale iridata, i valori cambiano e non sarà semplice fare la differenza quando il pallone scotterà Zhu Ting e compagne hanno sicuramente dalla loro questa arma ma le azzurre non si faranno trovare impreparate e proveranno a lottare con tutte le loro armi.

L’esperienza è un fattore determinante ma lo sono anche la spensieratezza, la leggiadria, la freschezza atletica, il non avere nulla da perdere che sono sicuramente le armi a disposizione della nostra Nazionale. Ci affidiamo a Paola Egonu (classe 1998 di Cittadella con origini nigeriane), Miriam Sylla (classe 1995 di Palermo con origini ivoriane), Ofelia Malinov (classe 1996 di Bergamo con genitori bulgari), Cristina Chirichella (classe 1994, la capitana più giovane della storia) e Anna Danesi (classe 1996): l’età di queste ragazze parla chiaro, è la prima grande occasione della carriera ma avranno anche il supporto delle esperte Lucia Bosetti (1989) e Monica De Gennaro (1987), tutte insieme per continuare a sognare in grande.

 





Foto: FIVB

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