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Volley femminile, Mondiali 2018. Italia-Russia, le avversarie delle azzurre ai raggi X. Potenza ed esperienza, ma il ko di Goncharova pesa

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Dici Russia e pensi ad un’armata nella pallavolo femminile. Dici Russia e ti passano per la mente squadre indimenticabili, fortissime, le grida e le ciglia increspate di Karpol, le alzate di Irina Kirillova, ormai italiana di adozione, gli attacchi sempre diversi e sempre efficaci di Sokolova, i trampoli di Gamova, i due argenti olimpici di Sydney e Atene, i due ori mondiali del 2006 (con Gianni Caprara in panchina) e 2010.

Dici Russia e pensi che da due anni la nazionale più blasonata al mondo, assieme a Cina e Brasile, non vince nulla e, non solo non vince, ma sembra arrancare nelle posizioni di retrovia anche ad un semplice Europeo come quello dello scorso anno in Azerbaijan quando fu costretta a recitare il ruolo di comprimaria, uscendo di scena ai quarti di finale. Uscire di scena prima del dovuto sembra diventata la specialità della casa nelle ultime stagioni per la squadra allenata da Vadim Pankov, che deve fare i conti anche con una buona dose di sfortuna in Giappone.

Le russe, che finora hanno perso al tie break con gli Stati Uniti, rischiando grosso contro la Thailandia, hanno di fronte due sfide bivio, da vincere entrambe se vogliono restare ancora in corsa al Mondiale. La prima è con l’Italia imbattuta e quasi già alla terza fase e la seconda è con le campionesse olimpiche della Cina.

Si parte dalla sfida alle azzurre che si preannuncia piuttosto complicata per la formazione russa che, per dormire sonni tranquilli, ha un solo risultato a disposizione, la vittoria 3-0 o 3-1 per continuare a sperare nella qualificazione alla seconda fase (in teoria potrebbe anche riuscirci con altri risultati ma serve qualche distrazione delle dirette rivali e l’incrocio di risultati favorevoli negli scontri diretti). Pankov deve fare a meno di un elemento chiave della sua squadra, l’opposta Goncharova, che ha già lasciato il Giappone a causa di un infortunio alla spalla. Il tecnico russo ha avuto la partita con la Turchia ma soprattutto con la Bulgaria (nella quale ha lasciato sul campo un set) per fare qualche esperimento in corsa sul nuovo assetto di una squadra che aveva in Goncharova un punto di riferimento importante in attacco (sesta miglior realizzatrice del mondiale e settima migliore attaccante).

Gran parte del peso offensivo della squadra russa si sposta ora sull’altra bocca da fuoco a disposizione di Pankov, Irina Voronkova, che non sta però brillando in Giappone soprattutto nei fondamentali di attacco dove può sicuramente fare meglio del 43% di positività. Chi, invece, sta stupendo in positivo, soprattutto in attacco, con ottime percentuali anche in ricezione, è Kseniia Parubets, schiacciatrice completa e dalla quale le azzurre dovranno guardarsi con grande attenzione. La terza attaccante di palla alta della nazionale russa è la giovanissima (19 anni) e promettente Anna Kotikova, sostituta naturale di Goncharova, protagonista di una buona partita con la Turchia, un po’ meno con la Bulgaria. C’è da credere che ingaggerà una bella battaglia con le coetanee azzurre a suon di diagonali da zona 2.

Con ricezione spesso di buona qualità, ci si aspetterebbe qualcosa in più in termini di distribuzione del gioco dalla palleggiatrice Evgeniya Startseva, fin qui non certo un esempio di precisione e di sagacia tattica per una regia piuttosto scolastica e prevedibile. Il meglio la Russia lo offre al centro con due fra le migliori “blockers” a livello planetario, le “due Irine” Fetisova e Koroleva che, nelle classifiche di rendimento a muro, sono seconda e terza alle spalle della azzurra Danesi e in attacco, quelle rare volte che vengono chiamate in causa, spesso vanno a colpire i palloni ad altezze stratosferiche.

L’ultima casella della formazione russa è il libero, Alla Galkina, chiamata in causa poche volte dal servizio avversario, che preferisce concentrarsi su Parubets e Voronkova, ogni tanto sostituita da Taliysheva che ha nella difesa il suo punto di forza principale.





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