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Volley femminile, Mondiali 2018: Italia-Serbia e quei tanti incroci negli ultimi anni tra gioie e dolori

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Sarà un finale di mattinata di fuoco, sarà un primo pomeriggio di speranze: c’è un’Italia che si stringe attorno alle sue ragazze, come e più di quattro anni fa. L’occasione è data dalla seconda finale mondiale della storia della pallavolo femminile azzurra, contro un’avversaria che, in tempi recenti, ha regalato gioie, ma ha anche dispensato qualche dolore: la Serbia. Il discorso vale al femminile come al maschile.

Per quanto riguarda le donne, il discorso è presto fatto: il solo nominarla fa pensare agli Europei 2007, i primi vinti dalla Nazionale azzurra. L’Italia prevale per 3-0, e chissà quanto se ne ricorda Serena Ortolani, che c’era allora e c’è oggi. E’ la nazionale di Tai Aguero, di Leo Lo Bianco, di Antonella Del Core: i nomi, in sostanza, che hanno fatto grande la pallavolo femminile del nostro Paese di quegli anni ruggenti, e alla quale, così come per la loro controparte maschile, è mancato soltanto l’oro olimpico a chiudere un cerchio di altissimo livello.

Salto in avanti nel tempo: si passa al 2010, ma in questo caso è un Italia-Serbia un po’ triste, col solo quinto posto mondiale in palio. L’Italia rivince per 3-0, andando poi a fare altrettanto con la Turchia per la quinta posizione. Poi arriva il 2013, e da qui cambia sostanzialmente tutto: è la Serbia a cominciare a vincere tutte le partite possibili. Si comincia coi quarti di finale degli Europei di quell’anno, a Zurigo, e l’Italia subisce un chiaro 0-3. La stessa storia si ripete tre anni più tardi, alle Olimpiadi di Rio, con le azzurre che perdono la prima del girone e poi vengono eliminate, potendo anche lamentare una certa sfortuna, dal momento che tutte e quattro le squadre passate vanno poi a comporre il quadro delle semifinali. Infine, storia di pochi giorni fa è l’1-3 della terza fase di questi Mondiali. Ma di questo le protagoniste dell’ultimo atto sanno già tutto.

Italia-Serbia è, inevitabilmente, importante anche per quanto riguarda il maschile: c’è di mezzo, più di ogni altra cosa, una coppia di partite giocate a sette anni di distanza. La prima è la finale degli Europei 2011, quella vinta dalla Serbia per 1-3 con l’Italia in grado di vincere il terzo set e di arrivare davvero vicina al portare la sfida al quinto. La seconda è una ferita ancora aperta per tutti quelli che hanno seguito i Mondiali in Italia e Bulgaria di poche settimane fa: il crollo degli azzurri nella terza fase. La Serbia gioca la partita perfetta, l’Italia non ritrova le sensazioni di Roma, Firenze e Milano e dice mestamente addio a Torino due giorni dopo, nel primo set contro la Polonia.

Adesso, è ora di tornare a quegli Europei 2007, a una gioia che si può moltiplicare in maniera davvero consistente. A Yokohama, in Giappone, c’è ancora una notte asiatica, che poi è una piena giornata italiana, tutta da vivere.





federico.rossini@oasport.it 
Foto: FIVB

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