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Volley femminile, Mondiali 2018. Italia-Thailandia, le avversarie delle azzurre ai raggi X. Pazienza e furbizia per aggirare l’ostacolo-difesa

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Questi Mondiali non hanno certo badato a spese se si parla di sorprese. Qualche big finora è caduta nella trappola delle outsider come è accaduto oggi con il Brasile contro la Germania ma i risultati che forse più di tutti hanno fatto clamore nella prima fase è stata la sconfitta al tie-break della Thailandia contro USA e Russia.

Difesa e velocità: questi gli assiomi da cui dipende il gioco thailandese e questi sono i fondamentali che hanno fatto letteralmente impazzire sia Russia che Usa nelle sfide della prima fase. Per battere la squadra asiatica, composta da tutte oneste operaie del volley, senza una vera star internazionale, serve prima di tutto grande pazienza perché le azioni rischiano di durare tanto e per mettere a terra i palloni spesso servono tre o quattro attacchi consecutivi e serve anche un pizzico di furbizia per fare sporcare le traiettorie di attacco da un muro non proprio irresistibile in modo che possano diventare imprendibili per la difesa avversaria. Il vero problema sarà la scelta della ricevitrice su cui impostare la battuta, visto che le percentuali di precisione delle thailandesi sono elevatissime e pensare di poter impostare il gioco sull’efficacia al servizio sarà molto difficile per la squadra azzurra.

Difesa e velocità, si diceva, le caratteristiche chiave della Thailandia e lo dimostrano i numeri visto che l’attaccante più efficace delle asiatiche è una centrale, Pleumjit Thinkaow (comunque non più in alto del 23mo posto nelle classifiche di rendimento), forte dei suoi 12 muri e di una buona percentuale di attacco.

Tutte più o meno sullo stesso piano le attaccanti di palla alta, molto più forti nei fondamentali di prima linea che in quelli offensivi ma con una caratteristica molto importante, quella di commettere pochissimi errori, pur senza essere troppo risolutive. La migliore è Aichiaraporn Kongyot, vera e propria protagonista della sfida con gli Usa (23 punti), 23enne, piuttosto potente per lo standard thailandese. Da non sottovalutare anche l’esperta opposta Malika Kanthong, 31 anni, con diversi punti in meno nelle braccia delle sue colleghe di ruolo più celebrate ma soprattutto ricevitrice sopraffina, avendo conquistato il terzo posto nella speciale classifica del primo turno e l’altra banda Wilavan Apinyapong, dalle percentuali ancora meno scintillanti ma anche lei molto solida in ricezione e difesa.

Elemento chiave della squadra thailandese è l’alzatrice Pornpun Guedpard, da cui partono veri e propri missili per le attaccanti, spesso unico modo per eludere la resistenza di muri che hanno tanti centimetri in più delle asiatiche. A completare il sestetto la centrale Watchareeya Nuanjam e il libero Piyanut Pannoy, un vero folletto della difesa e della ricezione, fondamentali che la vedono stazionare nelle primissime posizioni di rendimento delle classifiche della prima fase.

 





Foto Fivb

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