Pallavolo
Volley femminile, Mondiali 2018. Italia: una finale ogni venti anni. Dopo il Gabbiano d’Argento e l’oro di Bebeto tocca alle azzurre di Mazzanti
Una finale ogni venti anni. Per l’Italvolley, che sia maschile o femminile, quella di domani con la Serbia sarà la sesta finale iridata della storia e la curiosità è che tre di queste finali sono state conquistate con cadenza ventennale dal 1978 a oggi.
Nel 1978 l’unica finale fin qui persa dall’Italia del volley, giocata in casa, a Roma. Si utilizzava ancora il sistema del cambio palla e gli azzurri fino a quel momento rappresentavano poco più che un outsider nel mondo del volley maschile. Il Mondiale giocato in casa e il lavoro del maestro Carmelo Pittera fecero il miracolo. L’Italia vinse tutte le partite del girone preliminare, contro Belgio, Cina ed Egitto, poi nel secondo girone ottenne la vittoria decisiva per l’ingresso in semifinale con il Brasile, battendo poi nell’ordine Germania Est e Bulgaria, prima di subire la prima con sconfitta con la Russia.
Il vero capolavoro, l’Italia di Pupo Dall’Olio, Claudio Di Coste, Giovanni Lanfranco, Marco Negri, Mauro Di Bernardo, Fabrizio Nassi, Antonio Alessandro, Massimo Concetti, Antonio Greco, Fabio Innocenti, Alessandro Lazzeroni e Antonio Scilipoti, lo confezionò in semifinale contro i fortissimi cubani. Una partita vibrante, indimenticabile per chi riuscì a vivere dal vivo quella emozione (in Tv andò in onda solo qualche immagine a tarda notte) che vide l’Italia rimontare, dopo aver perso 15-17 il primo set e conquistare la prima finale mondiale della sua storia. Finale che, stavolta trasmessa in diretta dalla Rai, vide l’Urss di Savin e di papà Zaytsev imporre la sua superiorità sugli azzurri che furono comunque resi cavalieri dall’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini, che si era insediato da poco al Quirinale.
Vent’anni dopo, nel 1998, fu la volta dell’Italia di Bebeto nella terza e ultima cavalcata dei favolosi anni ’90 della nazionale azzurra, che arrivava all’appuntamento in Giappone con due titoli iridati alle spalle ma con la doppia delusione olimpica da smaltire, prima a Barcellona e poi ad Atlanta con i quarti prima e la finale poi perse al tie break contro l’Olanda. La generazione dei fenomeni era vicina al capolinea (che ci sarebbe stato, di fatto, due anni dopo con il bronzo di Sydney) ma quell’Italia fu capace di dominare letteralmente l’appuntamento iridato.
Nel girone preliminare gli azzurri superarono il Canada, la Thailandia e gli Stati Uniti, lasciando per strada un solo set contro la formazione Usa. Nel secondo girone a otto squadre arrivarono in rapida sequenza i successi con Ucraina, Stati Uniti, Cina, Grecia, Russia e contro l’Olanda campione olimpica in carica, mentre per gli azzurri arrivò una sola sconfitta (0-3) contro la Jugoslavia (che avrebbe spento il sogno olimpico degli azzurri due anni dopo ma che di lì a poco avrebbe subito una sonora lezione). Ancora una volta la partita chiave fu la semifinale con un successo risicatissimo (3-2) degli azzurri contro il Brasile che chiuse al quarto posto ma che lasciava intravedere quanto di buono poi avrebbe mostrato nel decennio successivo.
Senza storia, invece, la finale che vide l’Italia affrontare e travolgere in tre set la Jugoslavia, facendo tesoro della sconfitta ininfluente ai fini della conquista della semifinale subita qualche giorno prima. Era la Jugoslavia dei Grbic, di Milinkovic e di Vujevic che per i dieci anni successivi recitò un ruolo da protagonista assoluta a livello internazionale. Era l’Italia dei Tofoli, Zorzi, Bernardi e Cantagalli, Gardini e Giani
Sono trascorsi altri vent’anni e stavolta è l’Italia al femminile, nel 2018, a giocare una finale iridata. Le analogie con le cavalcate delle squadre azzurre di venti e quaranta fa, non mancano per la squadra di Mazzanti che arriva alla finale con una sola sconfitta subita nei gironi preliminari, esattamente come le due squadre di Pittera nel 1978 e di Bebeto nel 1998. Tutte e tre le squadre nella fase preliminare hanno sconfitto (la squadra di Mazzanti due volte) la Cina e una volta gli Stati Uniti e l’Italia di Egonu e Chirichella affronterà in finale la Serbia che è una parte della Jugoslavia che si trovò ad affrontare l’Italia dei Fenomeni nel 1998.