Pallavolo
Volley, Miriam Sylla: “Razzismo? C’è stato, ora non mi interessa. Peccato non aver vinto i Mondiali, ma il rientro in Italia…”
Miriam Sylla è stata una delle grandi protagoniste ai Mondiali 2018 di volley femminile dove l’Italia ha conquistato la medaglia d’argento al termine di una grande cavalcata che si è infranta soltanto contro la Serbia nella finale di Yokohama. La schiacciatrice ha raccontato la sua storia durante la trasmissione “Circo Massimo” a Radio Capitale: “Maria vide mio padre per strada, d’inverno, lo invitò a salire. Lui cominciò a fare le pulizie in casa loro, poi arrivò mia madre e presero casa. E nacqui io. Mio padre mi cominciò a portare con lui a lavoro e stavo con Maria e Paolo“. La 25enne parla di come sia cresciuta a pane e zabaione, di come tutte le estati tornava ingrassata di dieci chili dopo essere stata in Sicilia visto che sua nonna le faceva mangiare di tutto.
Si è parlato a lunga di quanto sia multirazziale questa Italia con tre atlete di colore in rosa: “Nella pallavolo non etichetti una persona per dov’è nato, cos’ha fatto, i genitori. Lo vedi come un giocatore. Ha la maglia, è italiano, punto. Gli episodi di razzismo? Sono capitati, certo. Ma è come una persona che ti manda a quel paese dalla macchina, è uno stupido e basta. Ora non mi interessa, a meno che non vengano a dirmelo davanti. Sono dell’idea che tutti possano fare quello che vogliono e pensarla in maniera diversa, basta che non mi vengono a rompere le scatole. Ci rimango male solo se questa persona è vicina a me“.
Il martello di Conegliano analizza anche la rassegna iridata: “Non ci aspettavamo di arrivare fino in fondo. C’è l’amarezza per non aver vinto, ma quando siamo atterrate in Italia ci siamo rese conto che abbiamo fatto veramente una grande cosa. Era come un film. Siamo molto contente ed emozionate. Abbiamo costruito il nostro sogno un mattoncino alla volta, con molta tranquillità e serenità“.
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