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America’s Cup 2021 vela, saranno barche volanti? Le analisi dopo i primi progetti

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Mancano poco più di due anni alla America’s Cup 2021 di vela e i vari team stanno già progettando le imbarcazioni per andare a caccia del trofeo sportivo più vecchio del mondo. Giovanni Ceccarelli, ingegnere e progettista navale che il grande pubblico ricorderà per aver ideato il sistema che permise di riportare a galleggiare la Concordia incagliata all’Isola del Giglio, ha elogiato il progetto degli statunitensi di American Magic mentre reputa incerto il lavoro degli inglesi di Ineos Team UK. Ricordiamo che la Coppa America, che si disputerà in Nuova Zelanda, prevede l’utilizzo degli AC75 che verranno varati definitivamente il prossimo anno dalle varie compagini.

Saranno delle imbarcazioni che voleranno? L’analisi di Ceccarelli rilasciata alla Gazzetta dello Sport è molto chiara: “Più diventa grande la barca, più la gestione del progetto diventa semplice. Certo, poi subentrando problemi strutturali e aumentano gli sforzi, ma in generale, e lo si è visto anche quando si sono sviluppati i catamarani AC72, più la barca-test è grande più è facilitato lo sviluppo. Inoltre la barca-test americana, anche come forma dello scafo, è più vicina alla realtà. Entrambi i team stanno certamente effettuando delle navigazioni con un’assistenza elettronica per la gestione della stabilità. La stanno utilizzando per imparare, visto che poi alla Coppa non sarà possibile usare alcuna apparecchiatura o sistema di controllo elettronico. Detto questo, la barca americana sembra navigare decisamente meglio.


Una barca di 12 metri è più facile da far volare di una di sette. Ma c’è un altro elemento che ritengo decisamente importante al di là del comportamento in volo… Quello che non si capisce dalle immagini disponibili è se e come funziona la famosa randa gonfiabile. La randa alare, ma molle che sostituisce quella rigida che abbiamo visto sui catamarani delle precedenti edizioni della Coppa. Insomma, se questa ala soffice è una soluzione che funziona. Meglio, che funzioni è certo, ma il problema è farla funzionare al massimo. Perché tutti noi siamo attratti da barche che volano e puntiamo gli occhi sui foil, sulle ali immerse, ma bisogna guardare bene anche alla parte propulsiva della barca. Perché chi più si avvicinerà a realizzare con la soft wing un’ala rigida avrà performance decisamente superiori. Velocità a parte, il problema sono le decelerazioni che dovranno supportare gli equipaggi. Gli AC75 navigheranno, meglio voleranno, appoggiati su due ali: il foil del lato sottovento e il timone a T a poppa. Sono due ali molto distanti tra loro e dal baricentro della barca.

E se l’ala grande, il foil, per qualsiasi motivo, per esempio una cavitazione, dovesse perdere portanza e quindi non sostenere più la barca, che cadrebbe in acqua, i tempi di reazione dell’equipaggio per rimediare al problema sarebbero molto ridotti. Molto più ridotti che per esempio su un catamarano del passato. Se il catamarano in qualche modo perdonava e l’equipaggio poteva rimediare all’imprevisto, il nuovo AC75 non perdonerà proprio nulla. Su barche come queste tutto è esasperato e tutto avviene in maniera velocissima. E rimediare allo stallo dell’ala principale e conseguente ricaduta in acqua sarà estremamente difficile. Anche riuscire a non essere sbalzati in mare”.

 





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Foto: katz / Shutterstock.com

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