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Biathlon, Coppa del Mondo 2018-2019: la stagione della conferma per l’Italia. Tra certezze e la ricerca di volti nuovi

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Il Biathlon italiano si appresta ad affrontare il quadriennio olimpico della maturità per gran parte degli atleti della generazione dei nati a cavallo tra la fine degli anni ’80 e l’inizio del ’90. Si cercano conferme ma va costruito un eventuale ricambio generazionale perché dopo Pechino, con ogni probabilità, in pochi dei “veterani”, forse solo Lisa Vittozzi, proseguiranno nell’attività agonistica e non dimentichiamo che in mezzo, nel 2020, c’è anche un Mondiale in casa ad Anterselva da affrontare con aspettative altissime.

Lo scorso anno gli azzurri hanno fatto benissimo in Coppa del Mondo, piazzando ben tre elementi nella top ten, Wierer e Vittozzi nel femminile e Hofer (autore della sua stagione più bella) nel maschile e in questo senso già una riconferma sarebbe positiva, anche se l’attesa, soprattutto in campo femminile, c’è anche per qualcosa di meglio. E’ mancato qualcosa nell’appuntamento più importante dell’anno, le Olimpiadi dove, è vero, sono arrivati due bronzi di assoluto spessore ma sicuramente si attendeva qualcosa di più dagli azzurri con il solo Dominik Windisch capace di ottenere uno splendido podio nella sprint.

In questa stagione, tra ritiri, infortuni, chi ha staccato la spina dopo l’appuntamento a Cinque Cerchi, qualche spazio per fare bene per gli atleti di punta in Coppa del Mondo c’è, soprattutto in campo femminile. Wierer e Vittozzi devono dimostrare di aver fratto il salto di qualità e saper reggere la pressione di un’attesa che si fa ogni anno più grande viste le potenzialità mostrate dalle due atlete di punta del movimento azzurro, ben supportate da un gruppo unito completato da Federica Sanfilippo, Nicole Gontier e la rientrante Alexia Runggaldier.

In campo maschile c’è indubbiamente maggior traffico a livelli altissimi in questa fase storica del Biathlon con due supercampioni cannibali come Boe e Fourcade ma Hofer e Windisch hanno dimostrato tutto il loro valore. Il primo ha trovato anche la giusta continuità di rendimento, il secondo un po’ meno ma, nella giornata giusta, è capace di raggiungere picchi elevatissimi sia al tiro che sugli sci con finali travolgenti come quello di PyeongChang. Per dare competitività anche alla staffetta maschile si è creata una certa rivalità tra gli altri componenti della Nazionale maggiore, con Thomas Bormolini, Giuseppe Montello, Thierry Chenal e l’ultimo arrivato Saverio Zini che si giocheranno i restanti posti della gara a squadre a suon, si spera, di buone prestazioni in Coppa del Mondo e magari proveranno a trovare, nella dimensione che compete loro, anche una certa continuità di risultati.

C’è fermento anche tra i giovani con una Nazionale B piuttosto interessante in campo femminile, dai cognomi ingombranti ma con atlete di sostanza, Michela Carrara, Eleonora Fauner, Ginevra Rocchia e Irene Lardschneider e presto potrebbe essere aggregata un’altra giovanissima (classe 2001!) molto interessante come Rebecca Passler (a proposito di cognomi…). In campo maschile la squadra B è composta da Patrick Braunhofer, Daniele Cappellari, Michael Durand, Mattia Nicase, Simon Leitgeb e Paolo Rodigari: tutti atleti chiamati fin da quest’anno nelle competizioni minori a lanciare qualche segnale in prospettiva ricambio generazionale.

 





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