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Biathlon
Biathlon, Saverio Zini: “Voglio gareggiare libero da pressioni e obiettivi per la mia prima esperienza in Coppa del Mondo”
ESCLUSIVA OA SPORT – L’inverno è ormai alle porte e lo sa bene Saverio Zini, giovane di Livigno classe 1994, appartenente al gruppo sportivo dell’Esercito a Courmayeur. Saverio è l’unico atleta promosso dalla squadra B alla squadra A e in questa stagione farà in esordio in Coppa del Mondo di biathlon, dopo aver ben figurato in Ibu Cup nella passata stagione dove ha potuto completare il suo apprendistato nella categoria seniores. A lui chiediamo le sue sensazioni durante il ritiro norvegese di Sjusjoen, ultima tappa nell’avvicinamento alle competizioni:
Saverio, innanzitutto come sta andando l’avvicinamento alla stagione agonistica?
“L’allenamento sugli sci è partito bene, sicuramente ho sciato di più rispetto agli ultimi anni e sento di essere migliorato soprattutto sulla tecnica, sia a Ramsau, anche se abbiamo trovato delle condizioni difficili, sia ad Oberhof, dove abbiamo potuto sfruttare sia il tunnel che la pista di skiroll: in quell’occasione abbiamo svolto anche un test con atleti tedeschi e norvegesi che mi ha soddisfatto, in particolare al tiro. Al poligono sono cresciuto in termini di precisione, tecnica e soprattutto velocità di esecuzione, dal momento che lo scorso anno i tempi erano molto più lunghi. Il giorno del test non ero proprio al top dal punto di vista della salute, ma sicuramente è stato un bel confronto per capire a che livello sono. A Sjusjoen faremo ulteriori test, qui le condizioni sono state difficili nei primi giorni con la pioggia, ma negli ultimi giorni è migliorata la condizione sia climatica che della pista e ci sono i presupposti per allenarsi al meglio”.
Ci sono le condizioni per potersi allenare bene anche a Livigno?
“Sì, quando siamo tornati da Oberhof la pista era già allestita. Grazie al lavoro realizzato con lo snow farm era già disponibile ad ottobre un anello di pista, ma con la nevicata avuta la scorsa settimana è stato battuto anche il poligono, ora si possono sfruttare ben 8 km di pista. A detta dei miei compagni della squadra B impegnati in raduno ci sono le condizioni perfette per svolgere i lavori intensi di preparazione”.
La scorsa stagione, in Ibu Cup, ti ha visto registrare delle buone prestazioni. L’appuntamento clou è stato l’Europeo Val Ridanna, ma i risultati migliori li hai registrati nelle ultime due tappe in Russia, con una crescita che ti ha portato direttamente al passaggio nella squadra A.
“Lo scorso anno c’è stata costanza di rendimento durante tutta la stagione, tranne in due appuntamenti dove la forma non era al top, ossia dopo Natale a gennaio e proprio in Val Ridanna, dove ho sofferto maggiormente i carichi per la preparazione. Sicuramente anche in Ibu Cup ho trovato degli atleti forti per poter avere un punto di riferimento e di confronto, sono soddisfatto per i risultati ottenuti durante la stagione, mi spiace per l’Europeo dove ho pagato un po’ sugli sci ma ho sparato bene al poligono. Nelle ultime gare, in particolare ad Uvat, ho espresso il mio miglior biathlon sia sugli sci che al poligono: non mi aspettavo la convocazione in squadra A, però è un onore entrarci e dopo l’ambientamento iniziale punto a dimostrare il mio valore per poter essere all’altezza della fiducia che mi è stata data”.
A proposito, come te sono stati promossi anche i tecnici Klaus Hollrigl e Nicola Pozzi. Una curiosità: è cambiato il tuo programma rispetto allo scorso anno?
“Molto simile: non ho notato grosse differenze se non l’aumento dei carichi e di alcuni lavori di intensità, non ho stravolto la mia preparazione da questo punto di vista”.
La scorsa stagione hai potuto gareggiare a Khanty-Mansijsk nella supersprint, format sperimentale di gara proposto in Ibu Cup che prevedeva le qualifiche e la finale: la consiglieresti per la Coppa del Mondo oppure è destinata a diventare una kermesse?
“Mi sono divertito veramente tanto ma è stata la gara più dura che abbia mai disputato: ci si gioca molto al poligono, in particolare sulla velocità di esecuzione e non ci sono tempi morti, soprattutto non ti permette di poter recuperare nulla nel segmento di fondo. Nelle qualifiche mi sono comportato davvero bene, nella finale disputata nel pomeriggio, con un format simile allo sci di fondo, ho faticato a mantenermi concentrato durante tutta la manifestazione. Non so se la consiglierei in Coppa, sicuramente come kermesse sarebbe tra le più spettacolari da vivere al poligono anche per gli spettatori allo stadio che potrebbero seguire tutta la gara visivamente e con una durata limitata a 10 minuti”.
Quanto è importante trovare in squadra A un riferimento come Thomas Bormolini, tuo conterraneo?
“Thomas mi ha dato degli ottimi consigli, sia sull’ambiente della squadra A, soprattutto sull’organizzazione, ma anche sul livello di prestazione durante gli allenamenti e durante la giornata. Anche a casa ci alleniamo insieme, è sempre un buono stimolo per migliorare al poligono ed è un riferimento di grande stimolo”.
Cosa ti aspetti da questa prima stagione in Coppa del Mondo?
“A Pokljuka sarà la mia prima gara, ovviamente non voglio crearmi troppa pressione e/o fissare degli obiettivi. Non ci penso neanche ora ai Mondiali di Oestersund, voglio concentrarmi sul lavoro gara per gara e cercherò di essere il più libero dal punto di vista mentale”.
Sarai soddisfatto al termine della stagione se…
“Se riesco a fare diverse tappe in Coppa del Mondo per potermi giocare le mie chance e confermarmi in più a lungo possibile in squadra”.
nicolo.persico@oasport.it
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Foto fornita da Saverio Zini