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Calcio, Nations League 2019: Italia-Portogallo. È sempre più la Nazionale dei giovani. Da Donnarumma a Barella, il nuovo corso che avanza

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Luci a San Siro. Il 17 novembre si sta avvicinando e l’Italia di Roberto Mancini si sta preparando al meglio per esibirsi alla “Scala del calcio” e non deludere il tanto pubblico che ci sarà sugli spalti. Un match particolare quello valido per il quinto turno del gruppo 3 della Nations League 2019. Molto più dei tre punti in palio e molto di più della difficile ma non impossibile qualificazione alla Final Four in gioco.

Sì perché la selezione del Bel Paese tornerà a calcare il campo del “Giuseppe Meazza” a un anno circa dalla disfatta contro la Svezia. La “Caporetto del Pallone tricolore” si consumò in una serata che più buia non si poteva immaginare: i quattro volte campioni del mondo estromessi dalla fase finale dei Mondiali. Un evento che non si verificava da 60 anni. Il ricordo di quell’incontro è ancora scolpito nella mente di chi oggi è a Coverciano ad allenarsi e vorrebbe prendersi una piccola rivincita. Pensi a Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci, totem della nostra difesa, ad Alessandro Florenzi, che su quell’ultimo calcio d’angolo aveva riservato un bacio propiziatorio al pallone senza però che il destino fosse favorevole, e a Lorenzo Insigne, l’escluso di quel 13 novembre 2017 a cui il buon Daniele De Rossi avrebbe voluto lasciare il posto poco prima di entrare sul rettangolo verde.

Un nuovo capitolo però si è riaperto, con un nuovo allenatore e con un nuovo presidente della FIGC. L’Italia, dopo averle prese un po’ da tutti nelle prime uscite, in Polonia sembra finalmente aver ritrovato se stessa. E’ stata soprannominata la “Nazionale qualità” perché quel centrocampo con Nicolò Barella, Jorginho e Marco Verratti ne ha tanta di tecnica. Certo, la fisicità non è il loro forte ma con tre calciatori capaci di dare il tu al pallone ci si può divertire. Ma questa selezione è anche quella in cui i giovani iniziano a dare alcune risposte. “Gigio” Donnarumma nelle ultime partite ha convinto, tenendo anche a galla la barca quando perdeva acqua. E poi il citato Barella, da Cagliari ma con un futuro da grande squadra, capace di miscelare corsa e fondamentali di primo livello e dare impulso alla manovra italiana.

Nel settore offensivo la verve di Federico Chiesa non la scopriamo ora. La facilità di corsa e la tecnica in velocità non gli mancano e sono essenziali nell’idea di gioco di Mancini: creare superiorità numerica e favorire un gioco propositivo. Nouvelle vague che vuol prendersi questa squadra, supportati dalla vecchia guardia e anche da chi, vedi Insigne e Verratti, il treno mondiale lo ha perso ma forse è ancora in tempo per rimediare.

 





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Foto: Marcin Kadziolka / Shutterstock.com

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