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Ciclismo, Vincenzo Nibali compie 34 anni e guarda al futuro: 2-3 stagioni per vincere nei Grandi Giri, poi suggestione Classiche del Nord

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Quale sarà il futuro di Vincenzo Nibali? La domanda è d’obbligo nel giorno in cui lo Squalo compie 34 anni e guarda alle ultime stagioni della sua illuminante carriera, il ciclista italiano simbolo dell’ultimo decennio ha davanti a sé qualche annata ad altissimo livello e ci regalerà ancora emozioni al cardiopalma come ci ha abituato a fare negli ultimi anni. Il messinese si sta godendo un periodo di riposo dopo le vacanze a Zanzibar e il Criterium di Saitama, ormai è già proiettato verso il raduno di dicembre in Croazia con la sua squadra dove definirà la programmazione per il 2019: primavera incentrata sulle Classiche con il sogno di vincere la Liegi, poi Giro d’Italia o Tour de France (più probabile la presenza alla Corsa Rosa ma non è da scartare l’ipotesi di prendere il via ad entrambi i grandi eventi). Ci sarà da sciogliere anche il nodo del contratto in vista del 2020: rinnoverà con la Bahrain Merida oppure accetterà le offerte di altri colossi come Team Sky e Trek Segafredo?


Tutto questo sulla torta di compleanno di Vincenzo Nibali che sta facendo i conti per chiudere nel migliore dei modi una carriera dal palmares fantastico e che potrebbe essere rimpinguato ulteriormente. Allo Squalo restano ancora 2-3 stagioni per poter vincere dei Grandi Giri (ha già infilato la Tripla Corona): alla Corsa Rosa potrebbe essere seriamente competitivo perché il percorso spesso gli si adatta, soprattutto nel 2019 potrebbe dare l’assalto al terzo successo diventando così il più anziano vincitore di tutti i tempi; con la Grande Boucle ha un conto aperto dopo l’incidente di questa estate e cercherà di saldarlo ma imporsi Oltralpe è sempre complicato per diverse ragioni; alla Vuelta di Spagna è sempre in grado di fare saltare il banco vista la conformazione del tracciato spesso molto impegnativo e infarcito di salite.

Nel mirino però ci sono anche le Olimpiadi di Tokyo 2020 e il Mondiale dello stesso anno in Svizzera, entrambi molto impegnativi e adatti alle caratteristiche di Enzo che sogno l’oro a cinque cerchi dopo la sfortunata caduta di Rio 2016 e la maglia iridata per cui quest’anno non ha potuto lottare a causa della caduta all’Alpe d’Huez. Oltre a tutto questo c’è il sogno Liegi, la corsa di un giorno a lui più cara ma che gli è sempre sfuggita: imporsi alla Decana, dopo aver già trionfato a Milano-Sanremo e Giro di Lombardia, lo ergerebbe ancora di più tra i grandi di questo sport. Per il finale di carriera (pensiamo quindi a dopo il 2021) non è scartata l’ipotesi grandi Classiche del Nord, come Giro delle Fiandre e Parigi-Roubaix per entrare nel mito. Tanti auguri, Vincenzo!





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Foto: Pier Colombo

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