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‘Italia, come stai?’: Francesca Lollobrigida possibile nuova stella, la consapevolezza di Federica Brignone

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Il fine settimana appena trascorso ha regalato diversi podi importanti all’Italia negli sport invernali. Partiamo dalla nota più lieta dello speed skating: Francesca Lollobrigida sta rapidamente entrando in una nuova dimensione. Proveniente dal pattinaggio a rotelle, la romana negli anni è salita alla ribalta come una specialista della mass start, tanto da aggiudicarsi anche due Coppe del Mondo di specialità nel 2014 e nel 2018. Alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018 l’azzurra ha subìto la delusione più grande della carriera, mancando di un soffio la medaglia a Cinque Cerchi. Un brutto colpo che l’ha resa ancora più matura e consapevole dei propri mezzi. Le prime apparizioni stagionali hanno esaltato Francesca come una pattinatrice a tutto tondo, una vera e propria all-rounder, cioè capace di eccellere sia nelle distanze tradizionali sia nella partenza di massa. Il week-end giapponese, con i due podi individuali nei 3000 metri e nella mass start, oltre a quello sfiorato nei 1500 metri, lascia intravedere prospettive davvero molto intriganti, soprattutto perché in questo sport l’esperienza gioca un ruolo fondamentale e la laziale ha soli 27 anni ed entra dunque proprio ora nella fase della piena maturità agonistica. Rispetto alle avversarie Lollobrigida dispone di margini di miglioramento ancora inesplorati e potrebbe diventare presto una big consolidata sia nei 1500 sia nei 3000 metri, senza dimenticare i 5000, altra distanza dove potrebbe far bene in futuro. La romana si difende abbastanza bene anche nei 500 metri, tutti fattori che lasciano comprendere come possa puntare molto in alto ai prossimi Mondiali all-round.
L’ascesa della Lollobrigida sta trascinando anche il resto della squadra, come testimoniano il quinto posto del team-pursuit ed il secondo del team-sprint, nei quali è stata affiancata da Francesca Bettrone e Noemi Bonazza. Quest’ultima, in particolare, è un altro talento di cui sentiremo parlare: nata come velocista pura, si sta evolvendo rapidamente, tanto che già ora la specialità in cui si destreggia meglio è quella dei 1500 metri. La 20enne nativa di Borgo Valsugana ha vissuto una stagione passata fuori dalla squadra Nazionale per alcune intemperanze con lo staff tecnico, per fortuna risolti. Nell’ambiente, infine, si vocifera anche di una possibile naturalizzazione della 29enne olandese Marrit Leenstra, oro nel team-pursuit e bronzo nei 1500 metri alle Olimpiadi di PyeongChang 2018 che da qualche anno è sposata con l’olimpionico Matteo Anesi e potrebbe acquisire presto il diritto di vestire la casacca azzurra. Per il momento la pattinatrice dei Paesi Bassi non sta gareggiando e sono stati già compiuti alcuni passi per provare a convincerla a compiere questa scelta. Di sicuro, con un innesto come quello di Marrit Leenstra, il team-pursuit femminile compirebbe un salto di qualità stratosferico.

Come Francesca Lollobrigida, anche Federica Brignone, che ha solo un anno in più della romana, è entrata nella fase della piena maturità della carriera nello sci alpino. Mai come adesso la milanese è totalmente consapevole dei propri mezzi, conscia di disporre di un bagaglio tecnico tale da potersi giocare la vittoria in almeno due discipline (gigante e superG, il prossimo obiettivo è la discesa). L’infortunio di Sofia Goggia sembra averla ulteriormente motivata: Federica si è caricata la squadra femminile sulle spalle e la sta trascinando a suon di grandi prestazioni. L’obiettivo ormai dichiarato diventa la conquista della sfera di cristallo di specialità, dove dovrà vincere in particolare la concorrenza della fuoriclasse francese Tessa Worley. Sotto sotto l’azzurra fa un pensierino anche alla Coppa del Mondo generale, tuttavia in questo caso appare più realistico pensare ad un podio conclusivo che ad una vittoria: l’aliena Mikaela Shiffrin sembra oggettivamente di un altro pianeta per tutti, con una continuità senza precedenti in slalom. Certo, qualora l’americana dovesse commettere qualche passo falso, allora Brignone dovrà essere brava a farsi trovare pronta e metterle pressione.
Positiva si è rivelata anche la partenza dei velocisti con il doppio podio in discesa a Lake Louise di Christof Innerhofer e Dominik Paris. Questi buoni risultati, tuttavia, non devono nascondere una realtà non del tutto rosea. In campo femminile, di fatto, l’Italia si sta appoggiando quasi esclusivamente a Federica Brignone: Marta Bassino non riesce ad emergere, pesano i tanti infortuni a catena, su tutti quello di Sofia Goggia, e la crisi in cui è piombato lo slalom durerà ancora a lungo. Nel settore maschile i veterani possono ancora garantire qualche stagione ai massimi livelli, ma i ricambi? L’unico a lasciar intravedere qualcosa di buono dal punto di vista tecnico e dell’approccio è stato Emanuele Buzzi, a punti a Lake Louise sia in superG sia in discesa, pur se ancora distante dal gotha internazionale. Proprio il classe 1994 Buzzi era l’azzurro più giovane in gara, il che lascia comprendere la difficoltà nel reperire forze fresche che possano garantire un ricambio nei prossimi anni.

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Alti e bassi anche nella Coppa del Mondo di slittino: a Igls abbiamo assistito in poche ore ad una sintesi della carriera di Dominik Fischnaller. Dopo il secondo posto nel singolo maschile, il 25enne di Maranza non è riuscito a confermarsi nella sprint, chiudendola all’ottavo posto. La continuità di rendimento resta il tallone d’Achille dell’altoatesino, il cui principale problema da risolvere rimane quello della concentrazione. Inoltre il catino austriaco era tra quelli preferiti per l’italiano, che ora dovrà dimostrarsi competitivo anche su budelli storicamente ostici come quello del prossimo fine settimana a Whistler Mountain. I prossimi appuntamenti ci diranno se Fischnaller è ormai maturo per giocarsi la Coppa del Mondo o se invece resta un atleta capace di qualche exploit isolato nel corso della stagione. Da segnalare la crescita nel settore femminile di Andrea Voetter, ottima quinta in una specialità monopolizzata dalla Germania. Per quanto riguarda il doppio, Rieder-Rastner confermano di non valere le posizioni da podio, mentre sono rimandati i giovani Nagler-Malleier, la cui gara è stata compromessa da un gravissimo errore in fase di partenza.

Una buona notizia è giunta dal curling, con la Nazionale maschile tornata sul podio di un Europeo a distanza di ben 39 anni. Il gruppo azzurro, formatosi da ormai cinque stagioni, ha acquisito negli anni affiatamento, esperienza e consapevolezza, tagliando anche lo storico traguardo della qualificazione alle Olimpiadi di PyeongChang 2018. Fondamentale si è rivelato il contributo del tecnico svedese Soren Gran, senza dimenticare l’incremento della partecipazione a tornei in giro per il mondo che ha certamente giovato alla squadra. Il sogno diventa adesso quello di regalare prima o poi il primo oro di sempre al curling italiano. Un’impresa difficilissima, ma non utopistica, soprattutto se pensiamo che, con l’eventuale assegnazione delle Olimpiadi Invernali del 2026 a Milano-Cortina, gli investimenti su questa disciplina potrebbero accrescersi in maniera ingente. Peccato per la retrocessione della Nazionale femminile che ha pagato cara l’assenza della veterana Diana Gaspari (per il momento ha deciso di prendersi una pausa dalla maglia azzurra e dedicarsi solo alla Serie A).

federico.militello@oasport.it





1 Commento

1 Commento

  1. Fabio90

    26 Novembre 2018 at 12:27

    Devo dire che ormai da un paio di anni ci stiamo abituando a ottimi risultati settimanalmente negli sport invernali, ricordo l’anno scorso che si faceva la conta di quanti podi totali in tutte le discipline stavamo facendo, e quest’anno si è partiti subito forti,nonostante l’infortunio di Goggia e nonostante debbano ancora iniziare Moioli e Biathlon..Siamo un movimento che con alti e bassi ha ormai un suo valore consolidato che avevamo un po perso, certo non parliamo di quegli anni stratosferici ma ricordo di anni molto recenti assai piu bui che questi a confronto sono oro

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