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‘Italia, come stai?’: slalom, ora è allarme rosso; Aziz Abbes Mouhiidine unico talento vero nella boxe

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Nel fine settimana degli sport invernali l’Italia ha raccolto quasi il massimo possibile con due podi complessivi (il secondo posto di Nicole Della Monica e Matteo Guarise nel Grand Prix di pattinaggio artistico a Mosca e la vittoria di Andrea Giovannini nella mass start di speed skating in Giappone), palesando però anche la sempre più grave lacuna dello slalom nello sci alpino.

Oggettivamente non era lecito attendersi miracoli dal settore femminile. Chiara Costazza ed Irene Curtoni stanno vivendo gli ultimi scampoli della carriera, risultando peraltro ancora fondamentali perché le uniche in grado al momento di raccogliere qualche punto tra i rapid gates (in attesa di Federica Brignone). I tecnici stanno investendo molto sulle giovani, tuttavia tutte appaiono ancora distanti anni luce dal vertice mondiale. Il primo passo sarà quello di provare a qualificarsi con costanza per la seconda manche, obiettivo non semplice. Inutile illudersi: nello slalom femminile difficilmente rivedremo tanto presto un’italiana lottare per il podio.

L’allarme rosso è suonato anche per il settore maschile che rischia di fare rapidamente la stessa fine di quello femminile (ammesso che non l’abbia già fatta…). Manfred Moelgg (36 anni) e Stefano Gross (32) sono ancora i punti di riferimento di una squadra che da troppo tempo non riesce a rinnovarsi. A loro non si può chiedere la luna: non possono valere Hirscher, Kristoffersen e neppure l’astro nascente francese Noel. Certo, è lecito attendersi di tanto in tanto qualche exploit da parte di questi due veterani, magari anche un podio sporadico, ma non oltre. E i giovani? Rispetto alle ragazze si intravede qualcosa di meglio, ma la gavetta rischia di rivelarsi lunga e faticosa. Il prospetto più interessante è il 19enne Alex Vinatzer, vice-campione del mondo juniores in slalom: partendo con il pettorale n.70, tuttavia, risulta complesso anche solo qualificarsi per la seconda manche. L’altoatesino dovrà mettersi in luce in Coppa Europa per migliorare il proprio punteggio Fis e presentarsi in Coppa del Mondo con pettorali migliori. Lo stesso discorso vale per i vari Fabian Bacher, Federico Liberatore e Simon Maurberger, ieri per la prima volta a punti tra i rapid gates nel circuito maggiore. Come si comprende, occorreranno tempo e (tanta) pazienza. Al momento l’Italia non è competitiva ai massimi livelli nello slalom e non è detto che torni ad esserlo molto presto.

Passiamo alla boxe. I Campionati dell’Unione Europea hanno regalato all’Italia cinque podi: 2 ori, 1 argento e 2 bronzi. Risultati che vanno presi con le pinze ed a cui va attribuito il giusto peso. Occorre rimarcare subito il livello oggettivamente abbastanza modesto della competizione, dove in pressoché quasi tutte le categorie di peso i migliori interpreti internazionali appartengono a Nazioni non presenti in questa manifestazione.

E’ indubbio che qualche timido segnale di miglioramento si sia intravisto all’interno della Nazionale italiana. Qualora il pugilato venga confermato alle Olimpiadi di Tokyo 2020 (il CIO ne ha minacciato l’esclusione dopo l’elezione come presidente dell’AIBA del candidato unico uzbeko Rakhimov, indicato dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti come uno dei più pericolosi criminali del suo Paese), la nostra sensazione è che la compagine tricolore potrà fregiarsi di un’unica carta giocare per puntare alla medaglia: Aziz Abbes Mouiidine. Il 20enne nativo di Avellino rappresenta il miglior talento prodotto dalla nostra boxe nell’ultimo lustro. Un peso massimo dotato di una tecnica sopraffina, mobile, dinamico e con un gioco di gambe che fa la differenza nei -91 kg. Quest’anno ha partecipato a tre competizioni importanti e le ha dominate tutte: Europei Under22, Giochi del Mediterraneo e Campionati UE. Peraltro a Valladolid il pugile dalle radici egiziane ha sconfitto nettamente fior di avversari: in semifinale l’inglese Frazer Clarke, oro ai Giochi del Commonwealth 2018 e argento agli Europei 2017 nei super-massimi, ed in finale il croato Toni Filipi, che solo qualche mese fa aveva prevalso nettamente contro Clemente Russo nelle World Series of Boxing. Non è un caso che lo stesso Russo, a 36 anni, abbia deciso di intraprendere la strada dei super-massimi (per ora senza successo) in vista di Tokyo 2020: la categoria dei -91 kg appartiene ormai a Mouiidine, che nel 2019 proverà a consacrarsi definitivamente tra Europei e Mondiali.
Federico Serra si è imposto nei -49 kg che, con ogni probabilità, saranno esclusi dal programma a Cinque Cerchi, mentre tra i più positivi vanno citati anche Francesco Maietta, Paolo Di Lernia e Salvatore Cavallaro: a questi pugili occorrerà compiere ora un ulteriore step per provare a giocarsi delle medaglie importanti anche in contesti dalla concorrenza molto più agguerrita.

federico.militello@oasport.it





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