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Italia-Portogallo, Nations League 2019: gli Azzurri sapranno guardare al futuro o torneranno indietro di un anno?

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Se qualcuno pensa che Italia-Portogallo di domani sera (ore 20.45 a San Siro) sarà una partita di poco conto, bene, si sbaglia di grosso. Il nostro ultimo impegno nel Gruppo 3 della Nations League 2019 rischia di diventare un match spartiacque per il futuro della nostra Nazionale di calcio. Per quale motivo? La spiegazione è inevitabile. Un anno fa esatto, giorno più giorno meno, l’Italia veniva estromessa dai Mondiali di Russia 2018, eliminata dalla Svezia, senza gol segnati in 180 minuti e la consapevolezza di essere giunta al punto più basso degli ultimi 60 anni della propria illustre storia. Da quel momento la formazione è passata di mano, da Giampiero Ventura a Roberto Mancini, ma i risultati non sono divenuti per magia scoppiettanti.

A distanza di dodici mesi, tuttavia, la seconda strada del bivio sembra iniziare ad intravedersi, ed è stata aperta dal match di Chorzow contro la Polonia, non tanto per il successo finale (che mancava ormai da tempo immemore, per cui ha comunque avuto grande valore) quanto per la prestazione messa in mostra e per uno spirito che sembra di nuovo unire i convocati, sia tra di loro, sia nei confronti del CT. Tutto questo, dunque, sarà rimesso in discussione domani sera nello splendido scenario del Giuseppe Meazza di Milano.

Andrà in scena un Italia-Portogallo dal grande valore, anche a livello di Nations League. Gli Azzurri, scongiurata la retrocessione grazie al successo in terra polacca (a questo punto saranno Robert Lewandowski e compagni a scendere di un gradino) provano il colpaccio, ovvero a rimettersi in corsa per la vittoria del girone. Sia ben chiaro, l’impresa non sarà semplice, ma provarci è d’obbligo. I lusitani, infatti, comandano il raggruppamento a punteggio pieno, con 6 punti in due partite, mentre la formazione di Roberto Mancini di punti ne ha 4, ma con un match disputato in più. Per sognare il passaggio alle semifinali (come detto non semplice) dovremmo sconfiggere il Portogallo e sperare che la Polonia faccia lo stesso nell’ultimo impegno.

Sognare non costa nulla, ma non dovremo nemmeno abbatterci se il miracolo non si concretizzerà. Sarà più importante guardare al classico “bicchiere mezzo pieno”, ovvero ad una compagine che sta iniziando a gettare basi verso il futuro, ovvero Euro2020, e non era affatto scontato ripensando a poche settimane fa.

L’undici scelto dall’ex allenatore di Zenit e Manchester City sembra ormai avere una impronta chiara: il 4-3-3. Davanti a Gianluigi Donnarumma, infatti, la linea a quattro sarà composta da Alessandro Florenzi e Cristiano Biraghi sugli esterni, mentre la coppia juventina composta da Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci sarà il perno del reparto. In mezzo al campo la qualità di Jorginho, Marco Verratti e Nicolò Barella, per un’Italia che, come visto in Polonia, vuole tenere palla e gestire il pallino del gioco. In avanti, invece, mancherà Federico Bernardeschi, per cui il tridente vedrà Lorenzo Insigne, Federico Chiesa e, probabilmente, Ciro Immobile.

Una formazione che vuole proseguire nel suo percorso di crescita, ma che dovrà vedersela contro una rivale davvero “rognosa”. Il Portogallo, sempre privo di Cristiano Ronaldo, è una squadra magari poco spettacolare, ma tremendamente efficace, e che può puntare su diversi giocatori di livello internazionale. I vari Joao Cancelo, Mario Rui, Bernardo Silva o Andrè Silva, sono pedine di grande importanza nello scacchiere (4-2-3-1) del commissario tecnico Fernando Santos.

A San Siro saranno numerosi gli spunti da prendere in considerazione nei novanta minuti di domani. L’Italia sfida il Portogallo ma, soprattutto, sé stessa. Tornerà al passato, o farà ben sperare verso il futuro? Il quesito è importante, forse decisivo, e non solo per Roberto Mancini.

 

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alessandro.passanti@oasport.it

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Foto: calcio-roberto mancini-italia-marco iacobucci shutterstock

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