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Karate, Mondiali 2018: l’Italia si conferma tra le più forti e fa un passo in avanti importante verso Tokyo 2020

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Ai Mondiali 2018 di karate l’Italia si è confermata una delle nazioni di riferimento in questo sport a livello internazionale. Sul tatami di Madrid il bottino complessivo degli azzurri è di sette medaglie: un oro, un argento e cinque bronzi. Il Bel Paese chiude così al quinto posto nel medagliere (vinto dal Giappone) e va a migliorare nettamente il piazzamento della precedente edizione, che era un 15° posto con quattro bronzi.

Questi risultati permettono all’Italia di fare anche un passo in avanti importante verso le Olimpiadi di Tokyo 2020. Infatti la rassegna iridata spagnola era l’evento clou nel cammino di qualificazione olimpico e gli azzurri sono stati grandi protagonisti. Certamente bisognerà lavorare ancora molto per riuscire ad ottenere i pass, ma già diversi azzurri avranno una strada in discesa dopo questi Mondiali.

Passando all’analisi dei singoli, il voto più alto va inevitabilmente ad Angelo Crescenzo, che ha scritto un’importante pagina del karate azzurro. Il 25enne campano è infatti il primo atleta italiano a conquistare la medaglia d’oro iridata nei -60 kg e inoltre raggiunge questo straordinario risultato all’esordio individuale in un Mondiale senior. Il colpo della vittoria in finale è davvero indimenticabile, con un calcio alla testa al giapponese Naoto Sago a pochi secondi dal termine, che ha permesso all’azzurro di ribaltare la situazione e ottenere l’Ippon che gli è valso il titolo.

Destino opposto invece per i due atleti più attesi alla vigilia: Luigi Busà (-75 kg) e Sara Cardin (-55 kg). Il siciliano ha aggiunta un’altra medaglia alla sua infinita bacheca: un argento che vale tantissimo soprattutto in chiave olimpica. La veneta invece ha deluso le aspettative, venendo eliminata ai ripescaggi e ora dovrà essere perfetta da qui a Tokyo per sperare nella qualificazione.

Il kata azzurro si è confermato poi ai vertici portando a casa quattro bronzi. A livello individuale Viviana Bottaro e Mattia Busato hanno dimostrato di aver raggiunto definitivamente il livello dei più forti al mondo, non sfigurando davanti a mostri sacri della disciplina e poi dominando le finali per il bronzo. Discorso pressoché identico nel kata a squadre, con Gianluca Gallo, Alessandro Iodice e Giuseppe Panagia al maschile e Sara Battaglia, Terryana D’Onofrio e Michela Pezzetti al femminile, visto che anche loro hanno saputo realizzare prestazioni eccellenti.

Tornando al kumite bisogna sottolineare poi il bronzo della squadra maschile, che riporta l’Italia sul podio iridato dopo ben 14 anni (Monterrey 2004). Ahmed El Sharaby, Rabia Jendoubi, Andrea Minardi, Luca Maresca, Nello Maestri, Simone Marino e Michele Martina hanno saputo andare oltre le aspettative a Madrid, realizzando una grande impresa. Peccato invece per il quinto posto di Laura Pasqua (-61 kg), che si sarebbe meritata la medaglia, mentre le note negative arrivano da Silvia Semeraro e Clio Ferracuti, che non hanno saputo chiudere con un acuto una stagione che era stata positiva per entrambe. Prestazioni opache anche per Luca Maresca (-67 kg), Michele Martina (-84 kg) e Simone Marino (+84 kg), tutti fuori prima del previsto. Ci sono stati quindi anche diversi lati negativi, ma tirando le somme ci sentiamo di dire che quelli positivi hanno prevalso.

 





 

alessandro.farina@oasport.it

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Foto: comunicato Fijlkam

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