Pattinaggio Artistico

Pattinaggio artistico, la crisi momentanea di Evgenia Medvedeva: Il tempo è tiranno, ma il talento è immortale

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Una delle notizie più clamorose emerse al termine degli Internationaux De France, ultima tappa del circuito ISU Grand Prix di pattinaggio artistico disputata alla Polesud di Grenoble, è indubbiamente la mancata qualificazione alle Finali di Vancouver della Vice Campionessa Olimpica Evgenia Medvedeva, apparsa in questo primo stralcio di stagione nervosa, spenta, spaventata.

Per la prima volta in carriera, la fuoriclasse russa non ha centrato il podio in una competizione di categoria maggiore, raggiungendo solo il quarto posto con il totale di 192.81. Eppure il punteggio da battere, almeno in questa occasione, era assolutamente alla portata: appena 205.92 punti quelli accumulati dalla vincitrice nipponica Rika Kihira, non particolarmente in palla rispetto a quanto mostrato nella tappa di casa. Davvero nessuno appena dodici mesi fa avrebbe mai solo lontanamente ipotizzato che una Campionessa del rango di Evgenia non potesse superare quella soglia, proprio lei che, solo per citare le tappe del circuito 2017 prima dell’infortunio al piede, aveva registrato (con la scala del GOE a 7) 231.27 punti alla Rostelecom Cup e 224.39 all’NHK Trophy, per non parlare ovviamente dei 238.46 delle Olimpiadi di PyeongChang.

Proprio l’oro Olimpico negato per un punto e mezzo a beneficio della meritevole Alina Zagitova ha spinto Medvedeva a cambiare radicalmente vita e team tecnico, lasciando il luminare della disciplina del singolo femminile Eteri Tutberidze per approdare in un altro continente, il Canada, alla corte di un altro genio, ma stavolta del singolo maschile, Brian Orser. Una decisione che non è passata ovviamente inosservata tra appassionati e addetti ai lavori, divisi tra chi ha appoggiato la scelta della pattinatrice travolta dalla troppa concorrenza interna e chi, tra gli altri, ha criticato duramente l’atteggiamento di Zhenia nei mesi successivi alla competizione a cinque cerchi a causa di alcune esternazioni poco sportive; una su tutte, secondo le voci che sono circolate, quella di aver chiesto al proprio coach di mantenere per l’anno olimpico Zagitova in categoria Junior.

Cambiare staff non è mai facile, farlo in un continente diametralmente opposto a quello dove sei cresciuta, è indubbiamente destabilizzante. Non deve sorprendere dunque che le prime tre uscite stagionali di Medvedeva, rispettivamente L’Autmun Classic International di Oakville, Skate Canada e l’ultima gara di Grenoble, siano state di un livello più basso rispetto a come il talento nato a Mosca ci aveva abituati. Il campanello d’allarme tuttavia arriva da tre fronti, quello fisico, quello psicologico e quello prettamente gestionale. La componente fisica è solo una parte minima del problema. Zhenia infatti sta oggettivamente crescendo, come tutte. Anche in Zagitova infatti si nota una spiccata crescita, eppure questo non ha influito sulla sua resa tecnica degli elementi presentati in gara. L’aspetto da segnalare però è che la Vice Campionessa Olimpica stia attraversando proprio in queste settimane una trasformazione fisica, la differenza tra Skate Canada e l’ultima tappa di Grand Prix in questo senso, seppur non eclatante, è abbastanza visibile.

Il fattore psicologico invece è indubbiamente quello più influente della momentanea crisi di Medvedva. Lo ha ammesso lei stessa in una dichiarazione ai giornalisti al termine della gara : “Questo è un problema esclusivamente psicologico. Ammetto i miei errori, non sono il tipo di persona che li rifiuta, riconosco che la debolezza è nella mia testa“. Evgenia sente, e come darle torto dopotutto, il peso di dimostrare di saper competere anche lontana dalla Russia e dalla Sambo 70. Un pensiero martellante che sembra non lasciare tregua all’atleta, talmente nervosa da sbagliare totalmente l’entrata del doppio axel che l’ha portata a compiere la rotazione del salto fuori asse, proprio nell‘elemento chiave dell’intero programma libero, in teoria da agganciare insieme al triplo rittberger. A questo importantissimo scoglio va ad aggiungersi infine il cambio drastico nell’impostazione degli elementi tecnici dettate da un allenatore, Orser, che starebbe certamente facendo un lavoro egregio (vedi l’entrata del lutz migliorata), se solo ci fosse il tempo necessario per disfare quanto fatto da Tutberidze e ricominciare da capo. La perdita di brillantezza nella sequenza di passi e nelle trottole, marchio di fabbrica nei due anni di totale dominio della pattinatrice, sono certamente da attribuire a questa scelta che, anche se non siamo in possesso dei requisiti necessari per poterla valutare, ci lascia certamente perplessi.

Il tempo, come anticipato prima, è il peggior nemico di Medvedeva. Tra poco meno di un mese ci saranno infatti i Campionati Nazionali Russi, dove la pressione sarà ancor più alta e in cui Zhenia dovrà fondamentalmente disputare la gara della vita per evitare di essere esclusa dalle competizioni di più importanti come i Campionati d’Europa e quelli Mondiali. A complicare il tutto, a partire dal prossimo anno (ma ci sarà un assaggio proprio ai Nazionali) entreranno ufficialmente in campo internazionale Senior le impressionanti Alexandra Trusova (proprio due giorni fa è stato pubblicato un video di una sua sessione di allenamento dove completa con semplicità disarmante la combinazione quadruplo lutz/triplo rittberger), Alena Kostornaia e Anna Shcherbakova, con buona pace di tutte le altre, Zagitova inclusa.

Come fare a superare questo momento difficile? La risposta è tutta nelle mani della pattinatrice e del suo team. Una cosa è certa, ed è giusto ribadirla: Evgenia Medvedeva è un’eccellenza assoluta del pattinaggio artistico e, a prescindere da decisioni e risultati futuri, nessuno potrà mai rimuoverla dalla walk of fame della disciplina. Per il resto le vere campionesse, in un modo o nell’altro, arrivano sempre dove vogliono. Zhenia dunque potrà ancora sorprendere tutti, ricominciando nuovamente a volare e a stregare il cuore di tutti gli appassionati.

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Foto: ISU Figure Skating

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