Formula 1

Perché il Vietnam è il Paese giusto per un Gran Premio di Formula 1 (e non solo…)

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HỒ CHÍ MINH CITY – Se ne parlava da tempo, ma solamente negli ultimi giorni è arrivata l’ufficializzazione della notizia: dal 2020, il Vietnam ospiterà un Gran Premio di Formula 1, che si svolgerà su un circuito cittadino nella capitale Hanoi. La pista è stata concepita per districarsi all’interno della città, senza tuttavia avere le caratteristiche proprie dei circuiti cittadini: vi saranno infatti lunghi rettilinei, e diverse curve saranno realizzate a partire da tratti simbolo di circuiti storici, come Monaco, Suzuka o il Nürburgring.

A fare da cornice ci sarà Hanoi, capitale della Repubblica Socialista del Vietnam, città che sfiora gli otto milioni di abitanti, la seconda più grande del Paese dopo la capitale economica Hồ Chí Minh City. Ricca di storia e di cultura, Hanoi potrà così aumentare il proprio appeal turistico, settore che negli ultimi anni sta vivendo una forte crescita in tutto il Vietnam. Non solo: da Hanoi è inoltre possibile recarsi in altri luoghi di grande bellezza, come la baia di Hạ Long, inserita dall’Unesco tra i siti patrimonio mondiale dell’umanità ed utilizzata per girare il film hollywoodiano Kong – Skull Island, o la caverna di Sơn Đoòng, considerata come la più grande del mondo.

Al di là delle bellezze – sia naturali che artificiali – che si possono ammirare in tutto il territorio nazionale, il Vietnam è effettivamente la meta più indicata per un nuovo ingresso nel calendario di Formula 1. Si tratta infatti di un Paese che si avvicina a grandi passi alla soglia dei cento milioni di abitanti, concentrati su un territorio poco più grande di quello italiano, caratterizzato da un alto tasso di natalità e da una possente crescita economica (negli ultimi anni la crescita del PIL è sempre stata superiore al 6%). In tutto il Vietnam sta inoltre esplodendo l’interesse per il settore automobilistico, fino a poco tempo fa decisamente marginale, ed un Gran Premio di Formula 1 non può che rappresentare uno spot perfetto per le case che puntano a vendere in questo mercato emergente.

Secondo gli analisti economici, l’economia vietnamita – fatte le dovute proporzioni demografiche e territoriali – sarebbe solamente dieci anni in ritardo rispetto a quella cinese, dunque il Vietnam odierno corrisponderebbe all’incirca alla Cina del 2008, quella che ospitò i Giochi Olimpici di Pechino. Poco considerato in occidente, dove viene ricordato solamente per il sanguinoso e lungo conflitto del secolo scorso, il Vietnam sta emergendo sempre più come potenza regionale nel sud-est asiatico, aspirando ad un ruolo di primo piano nello scacchiere politico ed economico globale.

L’ingresso del Vietnam nel calendario iridato, inoltre, risponde anche ad una logica sportiva e di distribuzione territoriale: dopo l’uscita di scena, negli ultimi anni, della Corea del Sud, dell’India e della Malesia, l’Asia era rimasta con soli tre Gran Premi (Singapore, Cina e Giappone), di cui la sola gara di Singapore organizzata nell’area dell’Asia sud-orientale. Decisamente poco per il continente che ospita quasi il 60% della popolazione mondiale, oltre ad essere oramai da diverso tempo l’area del mondo che fa registrare la crescita economica più elevata.

Il Gran Premio di Formula 1 rappresenterà dunque un’importante vetrina per questo Paese, che ambisce ad entrare a pieno titolo nel novero degli organizzatori di eventi sportivi. Il Vietnam sta infatti vivendo anche un’importante crescita nei risultati sportivi, suggellata dai primi successi olimpici e paralimpici ottenuti a Rio 2016, quando Hoàng Xuân Vinh è divenuto il primo campione olimpico vietnamita nel tiro a segno e Lê Văn Công ha conquistato il primo oro paralimpico di sempre nel powerlifting. Ottenendo anche un argento nella pistola 50 m dopo il titolo da 10 m, Hoàng Xuân Vinh è inoltre diventato il primo vietnamita a vincere due medaglie olimpiche. La nazionale di calcio, invece, nel 2017 si è qualificata per la prima volta ai Mondiali Under 20, mentre quest’anno ha conquistato il secondo posto nei Campionati Asiatici Under 23, battuta solamente dall’Uzbekistan in una finale svoltasi sotto la neve (elemento decisamente poco familiare per i calciatori vietnamiti).

Dopo trentacinque anni di guerra e la lunga ricostruzione, per un Paese di cento milioni di abitanti, in gran parte giovani, e con risorse economiche ed investimenti di settore in continua crescita, il futuro sportivo è assicurato, tanto che in molti già parlano di Hồ Chí Minh City come città candidata all’organizzazione delle Olimpiadi del 2032.

 

di Giulio Chinappi

 





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