Salto con gli sci
Salto con gli sci, Coppa del Mondo Wisla 2018. Rivoluzione russa con re Klimov. La “vecchia guardia” traballa nella gara delle prime volte
Primo weekend di gare stagionale e prime sorprese, tipiche dell’anno post olimpico. Era tutto apparecchiato per la festa di Kamil Stoch e della Polonia a Wisla ma i tifosi di casa si sono dovuti accontentare (si fa per dire) del trionfo della gara a squadre, mentre il campione olimpico Stoch, decisivo sabato nel Team Event, si è dovuto accontentare (si fa per dire, viste lke prestazioni dei suoi plausibili rivali per la classifica finale) del quarto posto non senza un pizzico di sfortuna per via del vento nella seconda manche della gara individuale.
Il nome nuovo che emerge dalla tappa polacca di debutto di Coppa del Mondo è quello del russo Evgeny Klimov. Viene dalla Combinata Nordica, non aveva mai vinto una gara di salto in Coppa del Mondo e mai era salito sul podio ma si era fatto notare dagli addetti ai lavori per aver trionfato nel Grand Prix estivo. Un’equazione,quella tra gare estive ed invernali, che non sempre è stata perfetta, in questo caso però la gara di Wisla è stata una sorta di prolungamento del Grand Prix, almeno per ciò che riguarda il trionfatore.
Klimov ha regalato la prima vittoria di Coppa del Mondo alla Russia e il suo dominio a Wisla (miglior punteggio in entrambe le serie di salti) lascia pensare che il circuito mondiale abbia trovato un nuovo grande protagonista della specialità. In estate Klimov è riuscito anche ad avere la giusta continuità per aggiudicarsi la classifica generale, l’inverno è più lungo ma il russo ha le caratteristiche per dire la sua anche nella graduatoria di Coppa del Mondo e per aggiungere qualcosa alla storia del Salto con gli Sci dopo aver già scritto una prima pagina importante ieri.
A rimettere le cose a posto nella spesso imperfetta equazione Grand Prix-Coppa del Mondo ha pensato il tedesco Stephan Leyhe che, dopo una stagione, quella passata, positiva che lo ha visto protagonista di discrete prestazioni, ha colto il suo primo podio in carriera con un secondo posto che lascia ben sperare per il futuro sia dell’atleta tedesco, sia di una squadra che al momento appare la più completa e compatta assieme a quella polacca, in attesa che Freitag torni ad essere il campione del pre-Innsbruck (quattro atleti nei primi 13 posti, con Geiger, Wellinger e Siegel a fare da scudieri a Leyhe).
Sul terzo gradino della classifica un altro dei protagonisti del Grand Prix (chiuso al settimo posto) e un altro novellino del podio in Coppa del Mondo, il giapponese Ryoyu Kobayashi che ha rinnovato il feeling di famiglia con il trampolino di Wisla visto che lo scorso anno a vincere fu il fratello Junshiro, ieri solo diciannovesimo.
La Polonia esce da Wisla con qualche certezza in più e con la carica per la vittoria nella gara a squadre. Nella prova individuale un po’ di sfortuna ha tolto il podio a Stoch che avrà modo di rifarsi perché l’impressione è che sia ancora il più forte di tutti ma anche Zyla e Kubacki hanno ottenuto la loro prima top ten e si tratta di atleti in grado di avere continuità di rendimento.
C’è anche uno sprazzo di Italia nella classifica generale di Coppa del Mondo. Alex Insam, al primo colpo, ha subito partecipato ad entrambe le manche chiudendo 28mo. In questo momento l’impressione è che la sua dimensione possa essere questa (che è già ottima) ma si può sperare in un ulteriore miglioramento.
Non mancano le delusioni. A livello di squadra i campioni olimpici della Norvegia escono con le ossa rotte: i dubbi della vigilia si sono trasformati in realtà. Fuori per la caduta di Johansson, il più atteso, nella gara a squadre, i norvegesi hanno acchiappato per un soffio la top ten con Forfang nella gara individuale, mentre gli altri sono rimasti lontani dalle zone alte della classifica, Johansson compreso, con Tande e Stjernen addirittura fuori dal salto di finale.
Week end contraddittorio anche per l’Austria che sabato aveva preso una boccata d’ossigeno, dopo le delusione dell’anno scorso, con il terzo posto della gara a squadre ma poi, nella gara individuale, non è proprio pervenuta: il migliore degli austriaci è stato Huber, diciottesimo e la fuoriuscita di Hayboeck dal salto di finale è un campanello d’allarme come il 21mo posto finale di Kraft.
Gli exploit, infine, portano la firma del giovane sloveno Zajc, quinto e del finlandese Aalto, settimo: due risultati che regalano un sorriso a due nazioni che rischiavano di perderlo, il sorriso per i risultati al di sotto di aspettative e tradizione ottenuti nella stagione scorsa. Appuntamento a Ruka fra pochi giorni con la prova del nove per chi ha fatto bene e terreno di riscatto per i delusi del debutto.
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter