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Scacchi, Mondiale 2018: Carlsen-Caruana, gli alfieri e le ultime cartucce. Il senso delle partite decisive

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Ora che anche l’undicesima partita è terminata patta, la speranza di tutti gli appassionati di scacchi è una: che Magnus Carlsen e Fabiano Caruana non ripetano quello che accadde nel 2016, nella dodicesima partita tra il norvegese e il russo Sergej Karjakin.

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Sul punteggio di 5,5 pari, il match di New York si era portato a un ultimo incontro del quale le prospettive non erano chiare. A renderle ben presto palesi ci pensarono i due protagonisti, ma in negativo: 35 minuti di partita, l’apertura, lo scambio di praticamente tutti i pezzi, una rapida patta solo per andare a giocare gli spareggi a tempo veloce. L’esecrabile spettacolo offerto dai due giocatori portò l’organizzazione del match a fare in modo che i possessori dei biglietti della dodicesima partita potessero entrare gratuitamente per gli incontri rapid.

Questa situazione difficilmente tornerà a verificarsi, se non altro per un motivo: Caruana potrebbe anche scegliere di tentare la via dell’attacco anche nella dodicesima partita, così come ha fatto diverse volte nel corso del match. Più d’uno ha preferito la sua condotta rispetto a quella di un Carlsen che è apparso più preoccupato di mantenere la situazione in equilibrio, sperando magari di sfruttare minime imprecisioni per trasformare un piccolo vantaggio in una voragine (una sua specialità). Più in generale, sembra quasi che abbia cercato di condurre sul suo terreno, quello delle partite a tempo veloce, l’italoamericano. Quest’ultimo, però, può ancora sfoderare più d’un colpo.

L’undicesima partita non ha offerto grandi spunti, se non una riedizione della Difesa Russa (o Petrov) e un finale di alfieri di colore contrario patto, che è quello che segue:

Ph. Federico Rossini

In questa posizione i due giocatori hanno firmato la patta. Il tratto, in questo caso, spetta al Bianco. Si può notare come egli abbia un pedone in più, che però non è sufficiente a forzare la vittoria, per molti motivi immediati: da sinistra a destra, il pedone a è bloccato dal suo dirimpettaio, il pedone c dal re, il pedone f prima o poi verrà scambiato col pedone g e il pedone h non può far progressi, altrimenti esce di scena senza compenso. In breve, il Nero ha bloccato ogni singola via per l’attacco del suo avversario. Da notare che l’ultima mossa di Caruana è stata 55… Ac2 (e l’alfiere era in b1). Ed è stata una mossa giusta: non ci si deve far ingannare dalla gustosa Axf5: il pedone h, in questo modo, sarebbe diventato improvvisamente inarrestabile, e anche se fosse stato arrestato ad andare perso sarebbe stato proprio l’alfiere, con un netto vantaggio nelle mani di Carlsen.

Sono passati otto anni dall’ultima volta in cui, nel format a 12 partite a cadenza regolare, l’ultima è risultata decisiva. Nel 2010, Viswanathan “Vishy” Anand riconfermò il proprio titolo di Campione del Mondo battendo, sul punteggio di 5,5 pari, Veselin Topalov: l’indiano vinse col Nero una partita in cui il Gambetto di Donna Rifiutato si ritorse contro il bulgaro,

Credits: volodya.974 / Shutterstock

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