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Scacchi, Mondiale 2018: Carlsen-Caruana, l’apertura Inglese e la cautela nel prendersi dei rischi

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Oggi si osserva il secondo giorno di riposo previsto nel calendario del match valido per il titolo mondiale di scacchi tra Magnus Carlsen e Fabiano Caruana. Il Campione del Mondo e il suo sfidante si trovano sul punteggio di 2-2, derivato da quattro patte con un’unica occasione per il norvegese di prendere un vantaggio, nella prima partita.

Come è già successo due anni fa nel corso del match Carlsen-Karjakin, questa prima sequenza di patte ha riaperto il discorso sull’effettiva necessità di giocare 12 partite (spareggi rapid a parte), e non 16, o 24, o altri sistemi. Secondo i fautori di tale idea, una maggiore lunghezza del match potrebbe dar modo ai due giocatori di prendersi qualche rischio in più, sapendo di avere più margine per recuperare terreno in caso di sconfitta. La realtà è che c’è stata una sola sfida da 10 patte sulle 12 partite a cadenza regolare, da quando (2006) il sistema è stato introdotto: proprio la già citata Carlsen-Karjakin. Le prime sette partite finirono in parità, Karjakin vinse l’ottava, Carlsen la decima, si andò agli spareggi e lì il norvegese, che è un mago nel gioco veloce, si portò a casa le due partite che lo confermarono sul trono iridato. Resta comunque vero che tanti match degli Anni ’60, ’70 e ’80 hanno regalato molteplici emozioni con i 24 incontri: si ricordano le sfide di Mikhail Botvinnik contro svariati big sovietici, e in particolare le tre contro Mikhail Tal, ma anche il primo, incertissimo Petrosian-Spassky. L’unica soluzione che, probabilmente, nessuno vuole rivedere è quella per cui vince chi arriva per primo a 6 successi: i primi difetti furono mostrati nel terrificante match di Bagujo 1978 tra Karpov e Korchnoi, tra i più discussi di tutta la storia degli scacchi e finito dopo 32 partite, ma il dramma giunse tra il 1984 e il 1985. Il primo match tra Karpov e Kasparov fu interrotto dopo 48 incontri dal presidente della FIDE Campomanes, con Karpov in chiara crisi dopo averne vinte cinque, Kasparov in rimonta, ma entrambi stanchi in una maniera inverosimile. Questo senza dimenticare il Capablanca-Alekhine del lontano 1927: 34 partite.

Fatte queste considerazioni, andiamo a vedere qualche dettaglio della quarta partita tra Carlsen e Caruana:

1. c4 e5

c4 è la mossa caratteristica dell’Apertura Inglese. Il norvegese, col Bianco, l’aveva già adottata in due occasioni contro l’italoamericano: in una Caruana aveva risposto con g6 (preparando il fianchetto di Alfiere in g7), nell’altra con la più giocata replica, e5, che è quella che ha scelto ieri.

2. Cc3 Cf6 3. Cf3 Cc6

Questa sequenza di mosse porta alla variante dei Quattro Cavalli. E’ in qualche modo curioso notare che porta lo stesso nome anche una vera e propria apertura, nella posizione che si viene a creare dopo 1. e4 e5 2. Cf3 Cc6 3. Cc3 Cf6. Tornando al nostro seguito, annotiamo che è semplicemente il più giocato quando ci si avventura nell’Inglese.

4. g3 d5

Ph. Federico Rossini

In questa posizione, un classico del’Inglese, possiamo notare alcune cose. Il Nero ha deciso di assumere un certo controllo del centro, mentre il Bianco ha effettuato g3. Ora, in genere questa mossa è conosciuta come fianchetto, che serve a consentire all’alfiere di svilupparsi in g2 (alternativamente, lo stesso discorso vale con b3 per Ab2, ovviamente senza spinte dei pedoni a e c; vale la medesima cosa per il Nero con b6-Ab7 e g6-Ag7). L’idea di Ag2 è che, sul lungo periodo, l’alfiere possa controllare la diagonale più lunga della scacchiera con le case chiare (o con le case scure nel caso dell’altro). Il controllo della diagonale lunga è un tema strategico molto conosciuto e anche temuto negli scacchi.

5. cxd5 Cxd5 6. Ag2 Ac5

Ora, qui i database segnalano una maggior prevalenza di vittorie del Bianco con questa mossa, anche se muovere l’alfiere in c5 non è causa di sconfitte: semmai, lo sono errori futuri. Sia con il Bianco che con il Nero, molti forti giocatori hanno affrontato o eseguito questa mossa: principali utilizzatori col Nero sono lo stesso Caruana, il già citato russo Sergej Karjakin e l’inglese ex numero 4 del mondo Michael Adams.

7. O-O O-O 8. d3 Te8

Tra le poche partite continuate con questa mossa del Nero ce ne sono due di Caruana: una col Bianco contro Adams, l’altra col Nero contro Wesley So, suo compagno di squadra alle Olimpiadi Scacchistiche.

9. Ad2 Cxc3 10. Axc3 Cd4

Fino a qui la partita è stata identica alla succitata So-Caruana. Andiamo ora rapidamente a vedere la mossa chiave, che ha spedito la partita sui binari della patta.

11. b4 Ad6 12. Td1 Cxf3+ 13. Axf3 a6 14. a4 c6

Ph. Federico Rossini

A questo punto Carlsen può rendere movimentata la partita giocando 15. b5, che prefigura uno scambio di due pedoni per parte. A quel punto il Nero si crea un pedone solitario in b, che può diventare passato (e a quel punto diventa molto pericoloso), ma può anche rimanere isolato (e in quel caso sono problemi seri). Il Bianco, invece, non se la sente di rischiare e gioca la più conservativa

15. Te1

Creando i presupposti per la patta siglata 19 tratti più tardi. Te1 non crea nessuno sbilanciamento, e in generale in una simile posizione serve davvero a poco.





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