Oltre Cinquecerchi
Scacchi, Mondiale 2018: Carlsen e Caruana verso una seconda partita potenzialmente tagliente
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Dopo quello che è successo ieri, c’è una certa difficoltà a comprendere che cosa potrà succedere oggi nella seconda partita del match valido per il Mondiale di scacchi tra Magnus Carlsen e Fabiano Caruana. Il norvegese, ieri, ha in qualche modo graziato l’italoamericano, concedendogli di fatto un mezzo punto che, per alcune mosse, è sembrato puramente utopico.
Che cos’è successo esattamente ieri, nella fase più critica dell’intera partita? Andiamo a vedere la situazione dopo 32. Tf2 Ac7, in cui il Nero già possiede un buon attacco contro il lato di re.
33. Re5 Dg5
Qui Caruana avrebbe una migliore opzione, che è 33. e5, ma, come giustamente sottolinea il GM americano Sam Shankland su chess.com, non si può sempre giocare come vorrebbero i motori scacchistici, che peraltro indicano varianti che vanno ben al di là del calcolo umano. A quel punto, Carlsen piazza la donna in g5, che può così agire per penetrare nella struttura pedonale bianca e nel frattempo permette al pedone h di avanzare per far sloggiare il cavallo bianco dalla colonna g.
34. Ch2 h5
Dopo la mossa di cavallo del Bianco, dettata anche da serissimi problemi di tempo (Caruana aveva circa un minuto, al netto degli incrementi di 30 secondi, per sei mosse) il Nero ha la micidiale opportunità di occupare l’intera diagonale lunga con De5, Df6 o Dg7. Egli, invece, persegue il proprio piano precedente anche se la necessità di far andar via il cavallo, preventivamente e avventatamente scappato via, era venuta meno. Questa è la prima vera imprecisione di Carlsen.
35. Tf2 Dg1
Tratto non necessario: bastava portare indietro la donna, in g7, da dove avrebbe avuto il già citato controllo su quella che nel gergo è una delle due “grandi diagonali”.
36. Cf1 h4
Stesso discorso di prima. Bisogna dire che anche l’orologio di Carlsen, in quel momento, ha iniziato a farsi sentire.
37. Rd2 Rb7
Il Bianco scappa un’altra volta col re, e un’altra volta non compie la scelta migliore. e5 avrebbe fatto in qualche modo respirare donna e posizione.
38. c3 Ae5
39. Tc2 Dg7
40. Ch2 Axc3
Difficile dire quale delle due ultime scelte di Carlsen sia stata meno appropriata. Alla trentanovesima c’era la possibilità di spingere in avanti uno dei due pedoni delle prime due colonne, mentre la quarantesima corrisponde a un guadagno di materiale che, sul piano pratico, porta a poco e permette a Caruana di difendersi con precisione, come in effetti fa fino alla mossa numero 55, dopodiché si innesca la lunghissima sequenza di 60 tratti che porta alla patta dopo sette ore. In tanti si sono chiesti, nemmeno troppo a torto, per quale ragione il Campione del Mondo non abbia optato subito per l’equa divisione del punto. La probabile risposta sta nel tentativo di sfruttare anche un minimo 0,1% di spiraglio lasciato dall’altro, cosa che non è successa.
In vista della seconda partita, una cosa è certa: sette ore non possono non aver lasciato strascichi nella testa di entrambi. Alle 16 di oggi i due contendenti torneranno nella sala di gioco, e sarà interessante capire se andranno entrambi ancora alla ricerca di un successo con ardore, cosa che è più che probabile, oppure se decideranno di conservare le energie in vista della terza partita di lunedì (domani c’è il primo giorno di riposo). Di sicuro la sfida sarà molto lunga e farà discutere parecchio sul piano scacchistico: del resto, erano quasi trent’anni che i primi due scacchisti del pianeta non si affrontavano in un match mondiale. Gli ultimi? Garry Kasparov e Anatoly Karpov, due che insieme si son giocati cinque match mondiali per complessive 144 partite l’uno contro l’altro.
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federico.rossini@oasport.it
Credits: Berke / Shutterstock