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Sci alpino, i precedenti dell’Italia in Coppa del Mondo a Beaver Creek, ricordando i successi di Innerhofer, Blardone, Rocca e Ghedina

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Nel prossimo fine settimana la Coppa del Mondo di sci alpino, per quanto riguarda gli uomini, sarà di scena a Beaver Creek, nel Colorado, per un fine settimana ricco di appuntamenti sulla pista denominata Birds of PreyQuesta località, situata nel comprensorio della più celebre Vail, è divenuta tappa stabile del calendario della Coppa del Mondo a metà anni ’90 ed ormai è appuntamento imprescindibile del Circo Bianco. A Beaver Creek (letteralmente Torrente del castoro) l’Italia ha centrato diverse vittorie, ma non si può definire come una delle piste preferite per gli sciatori nostrani. Un anno fa, per esempio, conclusero a bocca asciutta. Nel superG, infatti, il podio fu composto dall’austriaco Vincent Kriechmayr, dal norvegese Kjetil Jansrud, e dall’austriaco Hannes Reichelt, mentre nella discesa libera il successo andò al norvegese Aksel Lund Svindal davanti all’elvetico Beat Feuz ed al tedesco Thomas Dressen.

Per trovare l’ultimo podio in ordine di tempo di un nostro rappresentante, bisogna tornare addirittura alla Coppa del Mondo 2014. In quella occasione, infatti, Peter Fill fece doppietta, arrivando due volte al terzo posto, sia in discesa (alle spalle di Aksel Lund Svindala e dell’austriaco Hannes Reichelt) sia in supergigante, gara vinta dallo svizzero Patrick Küng davanti all’austriaco Otmar Striedinger.

Il 2013, invece, fu un anno davvero scintillante per l’Italia sulla pista del Colorado, con due successi e un terzo posto. La prima vittoria arrivò con Cristof Innerhofer in discesa (davanti al duo norvegese Svindal-Jansrud) mentre in superG fu Matteo Marsaglia a salire sul gradino più alto del podio precedendo il solito Svindal e Reichelt. In quella occasione si disputò anche un gigante, e Davide Simoncelli conquistò il gradino più basso del podio concludendo la gara alle spalle del padrone di casa Ted Ligety e di Marcel Hirscher. Anche nel 2012 la Birds of Prey (letteralmente Uccelli rapaci) ci regalò una piazza d’onore con Cristian Deville nello speciale. Vittoria per il croato Ivica Kostelic, terzo posto per Hirscher.

Ritornando indietro nella memoria, bisogna arrivare fino al 2007 per ritrovare un italiano primeggiare a Beaver Creek. Si trattò di Max Blardone in gigante. Il campione nato a Domodossola chiuse le due manche davanti a Svindal ed a Ligety. Un anno prima, invece, fu Giorgio Rocca nello speciale a trionfare sulle nevi del Colorado, centrando il successo davanti al francese Stéphane Tissot ed al solito Ligety. Dodici mesi prima, nel 2005, lo slalomista nato a Braggio chiuse nella piazza d’onore, tra gli austriaci Benjamin Reich e Rainer Schönfelder.

Questi podi di Rocca spezzarono un digiuno che durava sin dal 2000 (anche se a quei tempi non si correva ogni anno a Beaver Creek) quando Kristian Ghedina chiuse al terzo posto la discesa libera, preceduto dagli austriaci Hermann Maier e Stephan Eberharter. Lo stesso ampezzano, nel 1998, centrò il successo in discesa, non lasciando scampo al francese Jean-Luc Crétier ed al norvegese Lasse Kjus. Nelle prime edizioni della tappa statunitense (l’esordio assoluto fu nel 1988 con due discese libere ed un supergigante nelle quali un giovane Marc Girardelli chiude tre volte al terzo posto), troviamo anche un terzo posto di Alberto Tomba nel 1993 nello speciale alle spalle dell’austriaco Michael Tritscher e del francese Sébastien Amiez.

Nel complesso, dunque, la Birds of Prey di Beaver Creek non è propriamente la pista prediletta dagli sciatori italiani, ma diverse soddisfazioni sono stati in grado di togliersele. Sarà così anche in questa occasione? Il digiuno si protrae sin dalla Coppa del Mondo 2014, per cui sarebbe davvero ora di invertire questa tendenza e riportare una bandierina tricolore sulla pista del Colorado.

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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Foto: Christof Innerhofer – cristiano barni / Shutterstock.com

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