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Sci di fondo

Sci di fondo, Coppa del Mondo 2019: ennesimo anno zero per l’Italia al femminile, occorre pazienza. Anna Comarella e Greta Laurent guidano il rilancio

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Anno zero, settima edizione. Dall’addio alle gare di Arianna Follis e Marianna Longa, per l’Italia del fondo femminile bisogna sempre ricominciare da capo e anche questa stagione non si è potuta sottrarre, dopo gli scarsi risultati dell’anno olimpico di PyeongChang, alla teoria dei buoni propositi e dei cambiamenti con la speranza di arrivare finalmente all’anno uno, ad un progetto che si dimostri di prospettiva.

Si riparte da Simone Paredi, tecnico di Elisa Brocard, che lo scorso anno è stata sicuramente la migliore delle azzurre in Coppa del Mondo, che allena le due Nazionali, A e A2, che di fatto sono una cosa sola. La scelta di fare allenare ognuna delle atlete di interesse nazionale nei rispettivi corpi militari si è rivelata fallimentare e così si è tornati all’antico con un allenatore che segue direttamente il gruppo azzurro formato da otto atlete.

Greta Laurent è la punta della nazionale azzurra, capace lo scorso anno di centrare qualche buon risultato nella sprint, e attorno a lei e all’esperienza di Elisa Brocard, protagonista di un buon Tour de Ski e di alcune gare successive, Paredi dovrà lavorare per costruire una squadra eterogenea a livello di età con le più esperte Ilaria Debertolis (al rientro dopo i problemi fisici della passata stagione) e Greta Pellegrini, Lucia Scardoni, specialista delle gare distance e dell’alternato, che a 27 anni potrà dare il meglio dal punto di vista fisico, e le più giovani Caterina Ganz, che deve ritrovarsi dopo una stagione da dimenticare, e Anna Comarella, su cui si concentrano le speranze per il futuro azzurro.

Renato Pasini, infine, proverà, da tecnico della Nazionale Under 23, a fornire qualche ricambio per il team di Coppa del Mondo con Ilenia Defrancesco (22), Monica Tomasini (22), Francesca Franchi (21), Cristina Pittin (20), Martina Bellini (20), Chiara De Zolt Ponte (20).

Non ci si potrà aspettare tanto subito ma la speranza è ritrovare un’Italia competitiva almeno per la zona punti che, soprattutto nelle gare distance, nelle ultime stagioni era una vera e propria chimera per gran parte delle componenti della squadra azzurra. Scordiamoci, almeno per il momento, il possibile ritorno ai fasti degli anni 1990/2000 ma con un lavoro più organico e di qualità il materiale su cui impostare un lavoro proficuo c’è.





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