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Sci di fondo

Sci di fondo, Coppa del Mondo 2019 Ruka. Lampi azzurri sulla neve finlandese. L’Italia c’è

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Tante volte il clan azzurro ha lasciato Ruka o Kuusamo con la coda fra le gambe, soffrendo spesso e volentieri l’esordio su una neve troppo diversa dalla nostra contro nazionali già pronte alla battaglia, quando la condizione non era ancora al meglio.

Stavolta l’Italfondo esce dalla due giorni di Ruka con qualche certezza in più e anche diversi sorrisi sulle labbra: non sono arrivati podi, sarebbe stato chiedere troppo, ma diversi piazzamenti di rilievo che lasciano ben sperare in vista dei prossimi appuntamenti di Coppa del Mondo e di un dicembre che si preannuncia pieno di gare che potrebbero regalare soddisfazioni ai colori azzurri.

Il settore maschile ritrova Federico Pellegrino più o meno dove lo aveva lasciato: protagonista nella sprint. La tecnica è quella meno congeniale, la condizione non è ancora quella ottimale e la semifinale che ha dovuto affrontare nella sprint in classico era davvero micidiale con dentro il podio olimpico e altri tre fuoriclasse. A farne le spese è stato proprio l’italiano che, al momento nella sprint in classico (che quest’anno assegnerà il titolo a squadre ai Mondiali), vale un posto fra i primi dieci.la “sgasata” sulla salita dura del circuito di Ruka, però, lascia intravedere cose molto interessanti in prospettiva. Basta aspettare.

Francesco De Fabiani, pur senza brillare (sarebbe troppo presto per farlo) ha dimostrato di essere più avanti nella condizione rispetto allo scorso anno e, dopo l’eliminazione nella sprint, ha conquistato un buon 15mo posto in una 15 km a tecnica classica che ha visto il trionfo, come la sprint, del russo Bolshunov. L’azzurro ha chiuso a 30” dal quinto posto e a 40” dal podio: oggettivamente non moltissimi per chi è abituato ad entrare in forma più avanti nella stagione. Discrete notizie arrivano, anche in chiave staffetta mondiale, da Maicol Rastelli che, dopo la delusione della mancata qualificazione alla seconda fase della sprint, è entrato in zona punti nella 15 km, così come Dietmar Noeckler che lo scorso anno la zona punti non la vedeva nemmeno in tecnica libera, la sua preferita e che invece ha già rotto il ghiaccio. Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino, si può ben sperare.

In campo femminile la sparuta rappresentanza azzurra si è molto ben comportata. Il risultato da incorniciare è il settimo posto, ad un soffio dalla finale, di Lucia Scardoni nella sprint in classico. La veronese sembrava essersi persa nei meandri di una specialità che non perdona ma Paredi è stato bravo a recuperarla, a renderla competitiva fin da subito e anche a chiamarla in extremis per Ruka dove, secondo il primo programma, non sarebbe dovuta andare. Anche questo può essere considerato un segnale del cambiamento, con una elasticità che non sempre era propria delle gestioni precedenti. Meno positiva la prova dell’azzurra nella prova distance ma le energie lasciate sulla pista il giorno prima hanno presentato il conto nella 10 km.

Buona anche la prestazione di Greta Laurent che ha superato brillantemente il turno di qualificazione della sprint, salvo poi fermarsi con un pizzico di sfortuna nei quarti di finale. Per una che non ama particolarmente la tecnica classica può bastare, in attesa delle gare più gradite.

 





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