Speed Skating
Speed skating, Coppa del Mondo Tomakomai 2018: Francesca Lollobrigida, una primattrice consumata in Giappone
La seconda tappa di Coppa del Mondo di speed skating a Tomakomai (Giappone) fa già parte dell’album dei ricordi e per Francesca Lollobrigida gli scatti sono quelli che rimangono nel cuore e nel cervello. La tre giorni nipponica del Tomakomai Highland Sports Center ha permesso all’atleta nostrana di entrare di diritto nel gotha della specialità. Se si guarda indietro, a quelle lacrime di PyeongChang (Corea del Sud), sembra passato un secolo. Sul ghiaccio a Cinque Cerchi l’amarezza e la delusione erano due compagne di viaggio con cui la pattinatrice laziale ha dovuto convivere per qualche tempo.
Vero è che quei risultati negativi sono stati la molla per alzare l’asticella e mettersi in discussione. La “Lollo” lo ha fatto, allargando il proprio programma di gare in maniera più convincente ed impostando una preparazione con al centro la tecnica. I risultati nel Paese del Sol Levante sono sotto gli occhi di tutti: secondo posto nella mass start e nel team sprint, terzo posto nei 3000 metri e quinto posto nei 1500 metri. Una sequenza notevolissima che ha esaltato una Francesca primattrice non per il cognome che porta ma per la qualità delle proprie prestazioni. Il contesto, infatti, non era dei più semplici. Le olandesi guidate da Ireen Wüst, le giapponesi e le russe erano rivali agguerrite. La romana però, abituata a confrontarsi con loro senza troppe remore, ha mandato chiari segnali di vitalità.
Il Bel Paese era in cerca di una figura aggregante. Con Nicola Tumolero, campione europeo dei 5000 metri e bronzo olimpico dei 10000 metri, fermo ancora per infortunio, questo ruolo spetta di diritto alla nostra portacolori. Lei, cresciuta con i pattini a rotelle, ha saputo prendere armi e bagagli e trasferirsi nei Paesi Bassi per apprendere con umiltà cosa voglia dire fare il pattinaggio sul ghiaccio. Passo dopo passo la Lollobrigida ha costruito le proprie certezze e la controprestazione a Cinque Cerchi invece che affossarla le ha dato ulteriori stimoli per dimostrare a se stessa e agli altri che non è solo una specialista della mass start.
L’atleta che ci troviamo a commentare, infatti, è da prime posizioni in una competizione all-round continentale e mondiale, visto quanto emerso a Tomakomai. Su un ghiaccio più veloce, è lecito pensare che Francesca abbia le possibilità di migliorare i propri primati nei 1500 e nei 3000 metri, avvicinandosi ulteriormente al vertice internazionale. Il guanto di sfida è lanciato e l’Italia può appoggiarsi alla sua stella per la prova a squadre (sprint). Una quarta ed una seconda posizione nelle prime due uscite non sono due risultati casuali.
Il duro lavoro paga e l’azzurra raccoglie i frutti di quanto seminato.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: profilo instragram Franceca Lollobrigida
ale sandro
26 Novembre 2018 at 11:26
Nel giro di un anno i miglioramenti della “Lollo” sono stati notevoli nelle distanze classiche , in corsia.
Nella mass start la si conosce già molto bene, e si giocherà la sua terza coppa del mondo di specialità. Col nuovo punteggio è ancora più invogliata a pensare allo sprint finale e non agli sprint intermedi, se mette a posto l’ultimo giro e mezzo, il podio nel campionato del mondo , come minimo, stavolta non potrà sfuggirle.
Vedremo ora una conferma nelle tappe europee, anche per le prove di squadra femminili.
L’inseguimento a squadre praticamente era stato quasi dimenticato in tutti questi anni , vuoi per insufficienza di specialiste nel mezzofondo, e ora finalmente si sta cominciando a creare le basi per delle prestazioni di buon livello.
La sprint è stata interpretata alla grande. Se solo ci fosse un sprinter in prima frazione forte più della miglior Daldossi, con Bonazza in seconda e Lollobrigida a chiudere si potrebbero veramente ottenere grandi risultati.
Non so però se finalmente quest’anno la team sprint sarà presente ai campionati del mondo, visto che finora a parte le capatine in coppa del mondo , la specialità non aveva avuto altro palcoscenico. Io pensavo addirittura che entrasse a far parte delle gare olimpiche, visto che la staffetta mista dello short track, mai provata prima di quest’anno, è diventata gara olimpica. Si vede che piacciono di più le gare miste “inventate” su due piedi , che le gare con un minimo di sperimentazione già effettuata, e presenti anche in altri sport da tempo.
Due parole su Bonazza, sospesa ingiustamente come Bosa lo scorso anno dalla federazione, esordiente nel circuito più importante in queste due gare. Ha già scalato le classifiche dei 1500, obbiettivo principale mi sembra possa essere l’ingresso in Division A , forse anche prima delle finali di Salt Lake, e ovviamente la qualificazione per i campionati del mondo singole distanze.
Al maschile Giovannini , re della discontinuità, al pari di altri colleghi di altri sport invernali (me ne vengono in mente due visti all’opera in questo weekend, sempre gli stessi due), spero trovi quella costanza di rendimento che serve tantissimo , per fare in modo che faccia anche da punto di riferimento per elementi come Betti , che a 18 anni nella prima tappa di coppa, era andato subito a punti nei 1500. Temo però che fino al ritorno di Tumolero , nonostante le discrete prestazioni di Malfatti, non ci sarà quella stabilità che è utile nelle distanze classiche e nell’inseguimento, a mio parere gara che gli azzurri non devono assolutamente “mollare”.
Per la mass start mi aveva fatto sperare la vittoria in volata di gruppetto , con dei fuoriclasse battuti, cosa che non ricordo avesse mai fatto finora, visto che vinceva sempre su tentativo di fuga. La seconda prova ha riportato tutto da capo. Montagne russe. Sotto questo aspetto è importante che cresca in fretta anche Niero, in modo da consentire all’Italia di avere più soluzioni.