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Tennis, ATP Finals 2018: Numeri e statistiche di Federer e Djokovic. Quali record potrebbero infrangere?

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Quattro. Tante sono le volte in cui Novak Djokovic e Roger Federer si sono presentati alle ATP Finals da prime due teste di serie, e per questo motivo sono stati posti in gironi diversi. Il lato paradossale delle tre precedenti occasioni è che il serbo ha poi sempre vinto il torneo, con lo svizzero fermato al round robin nel 2008, in finale nel 2012 e non sceso in campo nell’ultimo atto del 2014 per non danneggiare la schiena in vista della finale di Coppa Davis poi vinta dalla Svizzera contro la Francia.

Non è questo, però, il solo dato statistico riguardante i due giocatori che si presentano a Londra con una pressione ormai a loro familiare, quella di essere gli uomini da battere. Per Federer, in particolare, Londra può significare la vittoria del torneo numero 100 in carriera, cosa sulla quale ha recentemente scherzato nelle conferenze stampa coi giornalisti (“E adesso me lo chiederete sempre”). Nello spaventoso numero di record che il tennista di Basilea detiene, ce n’è qualcun altro che può essere ancora migliorato: può diventare il primo uomo a vincere sette volte quello che tanti nostalgici chiamano ancora Masters, ed è già oggi l’unico ad averne vinti sei. Inoltre, Federer può ritoccare vari altri primati, come quello di meno giovane ad aver vinto il torneo, di maggior numero di vittorie da imbattuto (oggi è a 5, assieme a Ivan Lendl), di finali (10 con quella del 2015) e di semifinali giocate (14 con l’edizione 2017). Detiene inoltre il primato di match vinti (55) e di apparizioni nel torneo (questa sarà la sedicesima). Per lungo tempo resterà inavvicinabile nella statistica delle presenze consecutive (14, dal 2002 al 2015). Record che, con ogni probabilità, saranno ritoccati sono quelli legati al numero di vittorie su giocatori della top ten (214), alle settimane tra i primi tre (oggi 695) e altri legati al ranking, tra i quali quello più spaventoso è legato alle 1000 settimane nei primi 100, che arriveranno nella settimana successiva alle Finals. Tra i suoi tantissimi primati, ce n’è uno che condivide col suo maggior avversario di Londra: quello dei “big titles” (Slam, 1000 e Finals) sul cemento. Entrambi, infatti, sono a quota 38.

Djokovic non ha l’incredibile sequenza di record di Federer (anche se ne possiede qualcuno di cui lo svizzero è privo, come quello legato all’aver vinto tutti gli Slam e tutti i Masters 1000). Può però raggiungerlo a quota sei vittorie alle Finals, dopo esser diventato l’unico ad aver conquistato quattro edizioni consecutive del torneo di fine anno. Può inoltre ritoccare verso l’alto la percentuale di match vinti su superfici dure in carriera, che ad oggi è la migliore di sempre: l’84,2%. Sarà ancora suo, invece, il primato relativo al più vecchio giocatore ad aver terminato la stagione al numero 1 del ranking mondiale, coi suoi 31 anni e 7 mesi, mentre è diventato il primo a cominciare un anno fuori dalla top 20 e a terminarlo da miglior giocatore del mondo . Inoltre, è vivo il suo duello con lo svizzero in relazione al prize money complessivo vinto in carriera (ad oggi ci sono 3 milioni di dollari in più a favore del serbo), anche se in questo senso bisogna tenere in considerazione il considerevole aumento dei montepremi nel tempo, che penalizza grandissimi quali Laver, Sampras, Agassi e tanti altri.

Se le Finals di quest’anno consegneranno alla storia nuovi primati da parte di questi due grandi interpreti del tennis, lo scopriremo soltanto tra poco meno di due settimane. La certezza è che, con il mantenimento ad alti livelli di Federer e il ritorno prepotente di Djokovic, tempo per discutere di record ce n’è ancora per un bel po’, sempre se le nuove leve o gli altri giocatori affermati nel circuito saranno d’accordo nella cornice della O2 Arena di Londra.





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federico.rossini@oasport.it

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Credits: Leonard Zhukovsky / Shutterstock

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