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Tennis: chi è Liam Caruana, l’italiano qualificato per le Next Gen ATP Finals 2018

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Sono partiti in otto, ne è rimasto uno: Liam Caruana è il qualificato italiano per le Next Gen ATP Finals 2018, che si terranno a Milano dalla giornata di martedì. Andiamo a vedere il profilo del giocatore che è sì di Roma, ma si può tranquillamente considerare italoamericano.

Nato nella Capitale il 22 gennaio 1998, Caruana ha una formazione tennistica con molto DNA americano: non per caso i primi tornei del circuito juniores li ha giocati lì. I risultati nei Grade 4 diventano convincenti nel giro di un paio d’anni: nel 2014 raccoglie, tra febbraio e aprile, due finali e un quarto di finale, confermando poi una buona costanza nel tempo e arrivando al terzo turno del Grade A (quello massimo) di Città del Messico, dove toglie un set al russo Andrey Rublev, oggi numero 3 di Russia ed ex n° 31 del mondo, ma proveniente da una stagione difficile. Il 2015 lo vede inizialmente giocar bene in doppio, salvo poi progredire in singolare con una finale nel Grade 2 di Budapest. L’anno dopo raggiunge il terzo turno agli Australian Open junior, uscendo per mano di un tipo talentuoso proveniente dalla Grecia: Stefanos Tsitsipas. L’agognato successo arriva ad aprile, all’USTA International Spring Championship, Grade 1 che si svolge a Carson e che lo vede battere in finale il californiano Sam Riffice. Comincia la frequentazione dei tornei italiani, compreso il Bonfiglio, dove esce ai quarti contro lo spagnolo Alejandro Davidovich Fokina, che lo batte una seconda volta nella finale Grade 1 di Repentigny, anche detto Canadian Open.

Parallelamente, Caruana si affaccia sulla scena dei Futures, mettendo a segno buoni risultati nel 2017 con la semifinale a Heraklion, e su quella dei Challenger, dove sfrutta una wild card per arrivare fino alla semifinale di Todi, dove si ferma contro un Marco Cecchinato ancora ben lontano dall’immaginare cosa gli sarebbe successo meno di un anno dopo. Il ritorno tra i Futures lo porta a vincere a Decatur, nell’Illinois, battendo in finale l’argentino Genaro Alberto Olivieri. A inizio 2018, però, fa più rumore il suo ingresso nel tabellone dell’ATP di Auckland: sconfitto dall’americano Tim Smyczek, sfrutta una pioggia di ritiri per giocare contro Steve Johnson, che lo sconfigge in due set non senza lottare. L’anno iniziato dentro i primi 400 del mondo si rivela però difficile, tanto che dal mese di aprile fino a ottobre non riesce a vincere più di una partita a torneo, qualificazioni o tabellone principale che sia. Se questo ingresso nelle Next Gen Finals gli darà una mano a prendere della fiducia è tutto da vedere: il tennis per scalare posizioni ce l’ha e il tempo c’è ancora.





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federico.rossini@oasport.it

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Credits: Paolo Bona / Shutterstock

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