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Atletica, il 2019 che attende l’Italia. Sarà finalmente l’anno della svolta o si rimarrà nell’anonimato?

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L’atletica leggera è la grande malata dello sport italiano, la Regina sta attraversando una crisi profonda e che sembra infinita, il nostro Paese fatica a essere protagonista nelle competizioni della disciplina individuale più praticata a livello planetario, le soddisfazioni si possono sempre contare sulle dita di una mano (o poco più) mentre le difficoltà sono enormi e sempre sotto gli occhi di tutti. Dopo lo zero totale dei Mondiali 2017, la stagione che si sta per concludere ha quantomeno regalato qualche luce: le quattro medaglie di bronzo agli Europei di Berlino, il 9.99 di Filippo Tortu sui 100 metri e il 2.02 di Elena Vallortigara nel salto in alto. Timidi segnali di speranza che però non hanno certo trascinato l’Italia fuori dal tunnel, la crisi non è finita e il 2019 è pieno di incognite: sarà finalmente l’anno della svolta che aspettiamo da tempo immemore o si rimarrà nell’anonimato rinviando i buoni propositi ai dodici mesi successivi come accade da praticamente un decennio?

L’anno che sta per incominciare è molto importante in quanto precede le Olimpiadi di Tokyo 2020, i Mondiali si disputeranno a Doha a inizio autunno e si aprirà anche la finestra di qualificazione ai Giochi. Gli azzurri devono farsi trovare pronti anche se i nomi su cui puntare sono un po’ sempre i soliti, quelli che hanno tenuto alta la bandiera nel passato recente e a cui ci affidiamo ancora per portare a casa qualcosa di concreto negli eventi di punta tra i seniores (tralasciando il settore giovanile dove spesso riusciamo a metterci in luce, salvo poi non mantenere le promesse quando conta davvero).

Filippo Tortu ha riscritto la storia dell’atletica italiana sfondando il muro dei 10 secondi sulla distanza per eccellenza, il brianzolo però è chiamato a un ulteriore salto di qualità: bisogna abbassare ulteriormente il proprio personale, come egli stesso ha ribadito più volte, per essere concretamente competitivo a livello internazionale e lottare alla pari con i vari big, non sarà semplice emergere in una panorama così variegato e di alto livello ma il 20enne ha la grinta e il carattere per provarci. L’attesa è poi tutta per Gianmarco Tamberi che si è ormai rimesso in sesto dall’infortunio del 2016 e che in questa stagione ha già dimostrato di essere in crescita, il saltatore in alto vuole essere l’uomo da battere nei grandi appuntamenti e se riuscirà a tornare quello dei giorni migliori potrà davvero farci sognare.

Si punta sempre in alto nella marcia: Antonella Palmisano (bronzo agli Europei nella 20 km) è una garanzia, Eleonora Giorgi si cimenterà nella 50 km e vedremo di cosa sarà capace, Massimo Stano è il nome nuovo che potrebbe davvero fare saltare il banco. Valeria Straneo è tornata a disputare una Maratona e potrebbe essere competitiva anche in vista dei Mondiali proprio come Daniele Meucci, nella 42 km possiamo cercare di dire la nostra anche con Yassine Rachik capace di mettersi al collo un incredibile bronzo nella rassegna continentale.

Elena Vallortigara ha saltato 2.02 ma poi si è spenta agli Europei, ora è chiamata a confermarsi su quelle misure e soprattutto dovrà cercare di non soffrire la pressione della gara più importante dell’anno, nella stessa specialità aspettiamo ancora Alessia Trost. Yeman Crippa è il faro del nostro fondo, non sarà facile competere con i vari africani nei massimi contesti ma dopo il bronzo agli Europei sui 10000 metri e il quarto posto sulla mezza distanza ci aspettiamo delle conferme importanti, stesso discorso vale per Yohanes Chiappinelli sui 3000 siepi. L’Italia malata prova a risollevarsi in un 2019 che speriamo sia davvero l’anno della svolta.

 

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Foto: FIDAL/Colombo

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