Ciclismo
VIDEO Domenico Pozzovivo: “Ancora tre anni ad alti livelli. Vincenzo Nibali il più forte che abbia affrontato”
ESCLUSIVA OA SPORT – Una seconda giovinezza da gustare sino in fondo. Una carriera decollata dopo i 31 anni, con due quinti ed un sesto posto al Giro d’Italia e due top5 alla Liegi-Bastogne-Liegi. Domenico Pozzovivo è maturato gradualmente, l’esperienza lo ha reso più consapevole dei propri mezzi. Nel 2018 ha cullato a lungo il sogno di un podio al Giro, salvo incappare in una giornata negativa nel tappone del Colle delle Finestre, dove fu comunque bravo a “salvarsi” senza andare alla deriva. Lo scalatore lucano, pedina fondamentale nello scacchiere di Vincenzo Nibali alla Bahrein Merida, è convinto di potersi ancora togliere soddisfazioni importanti sul piano individuale, a dispetto di una carta d’identità che riporta il 1982 come anno di nascita. La top3 in una grande corsa a tappe, più che un sogno, resta un obiettivo concreto, da coltivare sino agli ultimi barlumi della carriera.
IL VIDEO DELL’INTERVISTA A DOMENICO POZZOVIVO
Al Giro d’Italia 2018 sei andato molto vicino a coronare il tuo sogno di salire sul podio. Un obiettivo solo rimandato?
“La mia parabola negli ultimi anni è stata quella di crescere nelle corse a tappe di avvicinarmi non solo alle top10 ma anche a quel fatidico podio che sarebbe un obiettivo da realizzare. Sarebbe bello riprovarci nei prossimi anni, compatibilmente con i programmi della squadra potrebbe essere anche la prossima stagione“.
Cosa è cambiato nella tua carriera e perché stai ottenendo i risultati migliori dopo aver superato i 30 anni?
“I primi anni di carriera ho fatto un’attività ridotta, perché eravamo una squadra Professional. Le grandi corse erano Milano-Sanremo, Giro d’Italia e Giro di Lombardia. Questo mi ha preservato da una certa usura in cui si può incorrere se si gareggia tanto da giovani. Poi con l’età ho affinato la conoscenza di me stesso e del mio corpo, cercando di ottimizzare le caratteristiche che ho, migliorando i lati più carenti e limitando i difetti“.
Cosa ti ha permesso di crescere così tanto nelle cronometro?
“E’ un gesto molto importante nelle corse a tappe ed è determinante per la classifica. Mi hanno aiutato i percorsi non per specialisti puri. Negli ultimi anni si sono visti dei tracciati misti che mi hanno consentito di difendermi“.
Fino a quanti anni vorresti correre e quante stagioni ti sei dato ancora nel grande ciclismo?
“Potrei correre per altre tre stagioni. Mi piacerebbe concludere la carriera ad alti livelli“.
Il 2020 sarà un anno molto importante per la Nazionale: sia le Olimpiadi di Tokyo sia i Mondiali in Svizzera si svolgeranno su percorsi molto impegnativi. Pensi di poter tornare utile al ct Cassani?
“Credo di sì, soprattutto se manterrò il livello degli ultimi anni. Ai Mondiali in questa stagione per me è stata la prima esperienza in maglia azzurra, forse ho pagato anche questo a livello di tensione, però adesso ho rotto il ghiaccio. Spero di poter entrare nel progetto della Nazionale nel 2020“.
Chi è il corridore più forte contro cui hai gareggiato nel corso della tua carriera?
“Ce l’ho adesso in squadra: Vincenzo Nibali. Fino all’anno scorso era un mio avversario. Ha le caratteristiche simili alle mie e vedo le capacità che ha per vincere sia i Grandi Giri sia le classiche“.
federico.militello@oasport.it
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Foto: Pier Colombo