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Nuoto, la fame intatta di Gregorio Paltrinieri. La rabbia per la sconfitta e motivazioni feroci verso Tokyo 2020

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Un argento di rabbia e un argento di soddisfazione: tutto e il contrario di tutto nella finale dei 1500 stile libero uomini dei Mondiali 2018 di nuoto in vasca corta. La medaglia di Gregorio Paltrinieri (14’09″87), alle spalle per pochissimo dell’ucraino Mykhailo Romanchuk (14’09″87), ha un sapore contrastante: da un lato la soddisfazione per aver disputato una gara di grande livello, certificata dal tempo non così lontano dal record del mondo siglato da lui stesso tre anni fa nel corso degli Europei a Netanya (Israele); dall’altro essere stato battuto nuovamente da Romanchuk in un modo che a Greg non è proprio piaciuto.

“Il risultato finale ovviamente mi scoccia. Secondo me potevo vincere. Probabilmente nella fase centrale non ci ho creduto abbastanza. Non dico che mi sia accontentato, anzi. L’ho tirata dall’inizio alla fine. Mi sono presentato sul blocco cattivo, agguerrito, deciso come non mai. Ho impostato la gara come volevo, però nella fase centrale probabilmente ho avuto paura di tirare troppo, di forzare e perdere energie. Potevo osare di più e non ne ho mai avuto paura. Mi è mancata sicurezza. Credo che se avessi spinto ancora di più intorno ai 600 metri avrei ammazzato la gara. Gli avrei dato cinque secondi. Considerato che non ho avuto momenti di crisi nel prosieguo, avrei dovuto provarci. Invece mi è rimasto attaccato a un paio di secondi ed è riuscito a risalire. Poi allo sprint so che ne ha più di me. Dovevo staccarlo prima”, l’analisi del carpigiano.


Tuttavia questa reazione è sinonimo che il ragazzo sotto il profilo delle motivazioni c’è e l’aver nuotato un tempo così importante è sintomatico del fatto che il gruppo guidato da Stefano Morini è sulla strada giusta. Dopo l’oro iridato di Budapest, Gregorio aveva proprio bisogno di questo: trovare nuove motivazioni ed avere nuove sfide da vincere. La cattiveria dimostrata in acqua e i suoi pensieri nel post gara fanno essere fiduciosi in vista del futuro.

L’atleta è ancora affamato e se è vero che gli avversari sono fortissimi lui può essere all’altezza in una vasca più consona e più gradita di quella corta. Ne è convinto lui e anche lo stesso Morini che sui social si è lasciato andare a considerazioni estremamente positive:

A questo punto non resta che aspettare perché si preannuncia un 2019 infuocato con un Greg tornato a “ruggire” ed una concorrenza altamente qualificata.

 

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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