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Nuoto, Mondiale Hangzhou 2018. Determinazione e prime delusioni per l’Italnuoto che sale sull’altalena nella terza giornata

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La terza giornata del Mondiale di Hangzhou mette l’Italnuoto sull’altalena delle emozioni: gioie e delusioni si rincorrono a getto continuo ma, ancora una volta, si deve partire da un dato oggettivo: cinque posti in semifinale e due posti in finale conquistati al mattino e altri due posti in finale al pomeriggio: sono tanti. Al giro di boa l’Italia ha partecipato con un atleta o una squadra a 13 finali sulle 21 fin qui disputate, ottenendo un argento, due bronzi, quattro quarti e due quinti posti: è un Mondiale da favola per il movimento azzurro che, va ricordato, non dà il meglio di sè in vasca corta e dunque lancia il guanto di sfida al mondo in prospettiva Gwangju quando gli assenti però saranno molti meno e dunque serviranno prestazioni di spessore ancora più alto, anche solo per centrare le finali.

La protagonista di giornata è stata indubbiamente Simona Quadarella che, con il secondo posto mondiale, che segue i tre ori europei, compie un’ulteriore passo avanti nelle gerarchie globali del mezzofondo. le risposte che si attendono da lei, questa atleta le dà sempre puntualmente e ogni volta riesce ad alzare l’asticella. Questa è la conferma che la romana allieva di Christian Minotti può essere competitiva anche ai massimi livelli.

Per una Quadarella che cresce, un paio dei campioni europei di Glasgow, invece, subiscono una brusca frenata nel loro percorso di ascesa. Margherita Panziera e Piero Codia erano i meno convinti, tra i protagonisti della kermesse scozzese, in prospettiva Hangzhou e in effetti l’exploit da medaglia, tutt’altro che scontato (essendo, appunto, un exploit) non è arrivato. E’ arrivata per entrambi la finale, nella quale non sono riusciti ad esprimersi per le loro potenzialità, che vengono esaltate dalla vasca lunga e un po’ mortificate in vasca corta (anche se un anno fa entrambi erano saliti sul podio europeo a Copenhagen). A Margherita Panziera è mancato qualcosa nella gestione della gara, che di solito la vede esplodere tutta la sua potenza nella parte finale, dove invece oggi aveva le polveri bagnate, Codia, invece, non ha sfruttato l’effetto sorpresa di Glasgow, ha disputato una finale conservativa ed ha perso progressivamente contatto con i big della specialità. Entrambi sono da rivedere in vasca lunga.

L’uomo del giorno è Marco Orsi che sembra davvero essere tornato quello dei tempi migliori, quando in vasca corta otteneva risultati di livello mondiale. Nei 100 misti, a dire il vero, non si è praticamente mai perso perchè lo scorso anno colse un oro europeo, rimasto però un lampo nel buio di due stagioni nerissime. Adesso sembra aver ritrovato la brillantezza che ha contraddistinto tante prove nella piscina da 25 metri e sembra avere la maturità giusta per non pagare dazio in finale, come troppo spesso gli è capitato nella prima parte di carriera. Domani si gioca una medaglia, con Kolesnikov, che un po’ stanco dovrà essere dopo le mille gare di questi giorni e con Andrew che non sembra quello esplosivo visto in coppa del Mondo. 

Le buone notizie si fermano a Simone Sabbioni che conquista la sua prima finale mondiale della carriera nei 50 dorso, gara in cui è campione europeo in carica. Nuota con continuità su livelli di eccellenza e domani servirà un miracolo (non basta un semplice record italiano che poi sarebbe anche il personale) per conquistare un posto sul podio per il riccionese che sta migliorando ogni volta che scende in vasca.

 





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