Nuoto
Nuoto, Mondiali Hangzhou 2018: la 4×200 sl maschile per proseguire nel percorso di crescita verso le Olimpiadi
Ciclicamente, in Italia, ci si ricorda di quanto sia bella e importante la 4×200 stile libero maschile, che per un lungo periodo (ai tempi dei Brembilla e Rosolino) strabiliò, portando a casa medaglie mondiali e olimpiche. A ricordarcelo, quattro anni fa al Mondiale in vasca corta di Doha, furono D’Arrigo, Belotti, Di Fabio e Magnini (chi per un motivo, chi per un altro, tutti fuori dal giro della Nazionale azzurra oggi) con un argento che apparse un lampo nel buio in un periodo nero per la specialità.
A ribadirlo, quattro mesi fa, ci hanno pensato nuovamente i quattro moschettieri che hanno conquistato il bronzo europeo in vasca lunga in una gara di altissimo spessore: Alessio Proietti Colonna, Matteo Ciampi, Filippo Megli e Mattia Zuin hanno compiuto un piccolo capolavoro (anche questo targato Stefano Morini che, assieme al ct della Nazionale, ha creduto nel progetto 4×200 e vi ha dedicato tempo ed energie) riuscendo a salire sul podio continentale senza poter contare sull’uomo di maggior classe del panorama italiano, Gabriele Detti, allora assente per il “famigerato” infortunio alla spalla.
Ora Detti c’è, ha vinto (pur senza un tempo straordinario ma era reduce da due giorni di allenamento durissimo) il campionato italiano in vasca corta a Riccione e c’è da sperare che non si sottrarrà alle possibili sollecitazioni dei compagni per dare una mano ad una 4×200 sicuramente da finale ma, sulla carta, difficilmente da medaglia mondiale.
Di buono c’è che i cinque componenti della staffetta arrivano tutti in buone condizioni di forma ad Hangzhou, a differenza dello scorso anno quando a Copenhagen quella della 4×200 fu una delle poche controprestazioni della fortunatissima spedizione azzurra. Ciampi e Megli, è vero, sono stati battuti a Riccione da Detti che era alla prima assoluta quest’anno sulla distanza e non aveva certo preparato quella gara ma la condizione, a dieci giorni dal Mondiale, è apparsa buona, con Ciampi che si è regalato anche un argento in un (per lui) anomalo 1500 e Megli che non ama particolarmente la piscina da 25 metri che sembra comunque essere pronto per la sfida. Se a questi si aggiunge un Alessio Proietti Colonna che ha conquistato il suo primo titolo tricolore in corta vincendo i 400 stile e dimostrando di essere in salute e uno Zuin che il suo impegno e tempi più che dignitosi, magari per una tranquilla qualificazione al mattino, li garantisce sempre, si può anche provare a sognare.
Cina, Giappone, Usa, Brasile e la immancabile e favoritissima Russia sembrano avere qualcosa in più ma l’Italia, se tutti riusciranno ad andare oltre le attese e Detti riuscirà a presentarsi nelle giuste condizioni atletiche, potrebbe divertirsi e divertire.
L’obiettivo finale, come per tutti, è Tokyo 2020 e questa staffetta è sicuramente una delle più interessanti nel panorama italiano in prospettiva Cinque Cerchi: formazione compatta, con una punta (Detti) e senza “buchi”. Servirà crescere ulteriormente, tirare giù secondi su secondi per provare a puntare il bersaglio grosso ma questi ragazzi hanno imparato a stupire e vogliono continuare a farlo ancora per molto tempo.