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Nuoto, Mondiali Hangzhou 2018. Una tribù che nuota! Mix di giovani ed esperti per un’Italia mai così squadra

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Una tribù che nuota e va anche forte. Se è vero che il Mondiale in vasca corta deve servire da laboratorio in vista degli appuntamenti più importanti, quelli estivi, si può dire che l’esperimento azzurro è pienamente riuscito. L’Italia, al momento, è una potenza del nuoto mondiale a livello numerico e di qualità e le sette medaglie, tre d’argento e quattro di bronzo, non bastano a spiegare l’elevata qualità della partecipazione azzurra al Mondiale di Hangzhou.

Il Bel Paese, nei sei giorni di gare, ha conquistato 26 qualificazioni alle finali che erano complessivamente 46, per una percentuale del 56.52% di presenza nelle gare che distribuivano le medaglie. Un numero importante per una Nazionale che troppo spesso è stata accusata di non avere un movimento all’altezza delle punte che sapeva esprimere, al momento del massimo splendore di Federica Pellegrini prima e di Gregorio Paltrinieri poi, le due vere superstar dell’Italnuoto.

Adesso la squadra c’è, eccome e non è giusto soffermarsi sulla mancanza dell’oro (che non è mai arrivato a grappoli per l’Italia in vasca corta) per analizzare lo stato dell’arte a un anno e mezzo da Tokyo 2020. Intanto gli azzurri hanno eguagliato il numero di podi ottenuto a Windsor, dove però l’Italia si presentò a ranghi rimaneggiati. La spedizione allargata si è presa delle belle soddisfazioni conquistando, oltre alle medaglie, anche ben sette quarti posti e sei quinti a conferma della bontà del movimento.

Si è parlato tanto, In questi giorni, di mancanza di punte nella nazionale azzurra ma Paltrinieri cosa può essere considerato? Ha vinto tutto, eppure ha la fame del giovane rampante ed ha classe da vendere, forte fisicamente ma soprattutto di testa perché non si imposta una gara come la sua finale se non si è certi di dove si può arrivare. E cosa può essere considerato un Gabriele Detti, qualora smaltisse in fretta il problema alla spalla?

Attorno alla coppia di Ostia c’è un gruppo di bravi ragazzi, a cui si chiedevano conferme dal Mondiale cinese e per la maggior parte sono arrivate. Simona Quadarella è una leonessa e lo ha dimostrato negli 800 stile libero tenendosi alle spalle atlete del calibro di Li, Kohler e soprattutto di Leah Smith e avvicinando sensibilmente il fenomeno cinese Wang.

Ilaria Cusinato si è migliorata in tutte le distanze dei misti, Martina Carraro è stata la donna dei Mondiali con due bronzi, Marco Orsi ha conquistato un argento sfavillante, gli uomini della velocità si sono superati nella 4×50 stile libero, pur senza brillare per continuità, c’è il movimento della farfalla, sia maschile che femminile, in grande crescita, così come quello della rana, anche se da Fabio Scozzoli, fuori dalla finale dei 50 rana, è arrivata forse la delusione più cocente perché inaspettata.

Sono arrivati miglioramenti da gran parte dei componenti della squadra azzurra e questo è un dato importante perché in passato le polemiche, quando le cose non andavano bene, nascevano perché l’atleta non arrivava al massimo della condizione ai grandi eventi internazionali. Ora non più, lo staff azzurro allargato lavora bene, in sintonia, e sforna campioncini a ripetizione.

 

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Foto: Shutterstock.com

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